Salute mentale, Unicef: il disagio investe oltre 11 milioni giovani nella Ue.

Quale salute mentale per gli europei? Oltre la metà dei cittadini ritiene che i propri bisogni di salute mentale non trovino risposta. La situazione negli ultimi anni non è certa migliorata, con un susseguirsi di crisi – dalla pandemia di Covid alla guerra in Ucraina, per non parlare dell’impatto crescente della crisi climatica – che fanno parlare di “policrisi” e che hanno conseguenze anche sulla salute mentale. E poi ci sono i giovani e i giovanissimi, che nonostante le criticità scontano le conseguenze di investimenti esigui nella salute mentale. Secondo l’Unicef circa 11,2 milioni di bambini e giovani entro i 19 anni nell’Unione europea, il 13%, soffre di un problema di salute mentale. E il suicidio è la seconda causa di morte fra i giovanissimi.

 

L’Unicef diffonde questi dati (dal dossier “Child and adolescent mental health – The State of Children in the European Union 2024”) in occasione della Settimana europea della salute mentale, terminata il 19 maggio.

Nell’Unione Europea in totale, circa 5,9 milioni di ragazzi e 5,3 milioni di ragazze fino ai 19 anni soffre di disturbi mentali. Tra le giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione.

Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani fra i 15 e i 19 anni nell’Unione Europea. Circa il 70% dei giovani che si suicidano sono ragazzi. In Italia, fra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che hanno perso la vita intenzionalmente tra il 2011 e il 2020 il 43% erano ragazzi e circa il 36% ragazze.

Sono numeri impressionanti, che si scontrano con investimenti scarsi nella salute mentale.

I dati sull’accesso ai servizi di salute mentale da parte dei giovani sono limitati ma le evidenze indicano che spesso i problemi non vengono intercettati e non trovano risposta. Nel 2022 per quali la metà dei giovani adulti (siamo nella fascia d’età 18-29 anni) i bisogni di assistenza per la salute mentale non erano soddisfatti.

Negli ultimi anni, poi, i quindicenni sono sempre meno soddisfatti della loro vita. È un dato che l’Unicef ricorda: la soddisfazione di vita fra i ragazzi di 15 anni è scesa dal 74% del 2018 al 69% del 2022 in 23 paesi della Ue.

Dopo la pandemia sono scattati molti campanelli d’allarme e c’è una crescente attenzione verso la salute mentale ma questo non comporta ancora investimenti sufficienti, se è vero che a oggi “nei Paesi dell’UE gli investimenti nei servizi per la salute mentale sono esigui rispetto a quelli per la salute fisica”, spiega l’Unicef.

 

La Settimana europea della salute mentale è un’iniziativa che mira a sensibilizzare sull’importanza della salute mentale nella vita quotidiana, aumentare la comprensione e ridurre lo stigma che ancora pesa su chi soffre di questi disturbi.

La tutela della salute mentale è anche una questione di equità.

“Sempre più persone in Europa sono state colpite negativamente dalla “policrisi” e questi numeri potrebbero aumentare con l’emergere di nuove crisi. Un accesso equo alle cure di salute mentale può migliorare la qualità della vita di molti e soprattutto delle persone in situazioni vulnerabili (bambini, giovani, anziani, gruppi emarginati, ecc.)” (Fonte: https://www.mentalhealtheurope.org/).

I promotori della Settimana ricordano poi che il 62% dei cittadini dell’Ue ritiene che i recenti eventi mondiali (la pandemia di COVID-19, l’aggressione russa contro l’Ucraina, la crisi climatica, la disoccupazione e i costi alimentari ed energetici) incidano sulla loro salute mentale. Un contesto di policrisi, appunto, riconosciuto anche dalle istituzioni europee che sottolineano come nel 2022 una persona su due fosse considerata a rischio depressione in tutta l’Unione.

«La pandemia di COVID-19, la guerra di aggressione russa in Ucraina, i cambiamenti climatici, l’aumento dei costi energetici e le difficoltà economiche hanno avuto conseguenze a lungo termine sulla salute mentale delle persone – ha detto per la Settimana della salute mentale la commissaria europea Stella Kyriakides – Si tratta di una preoccupazione particolare per i gruppi vulnerabili come i bambini, i giovani, gli anziani e quelli con problemi di salute mentale preesistenti. Nel 2022 oltre 1 persona su 2 era considerata a rischio di depressione in tutta l’UE. Il disagio mentale comporta anche un costo finanziario elevato, che rappresenta almeno il 4 % del PIL. Il nostro approccio globale alla salute mentale mira a rompere la stigmatizzazione della salute mentale e a fare la differenza positiva per tutti i cittadini».