COMUNICATO
Ci sono cose che a volte ci colpiscono in quanto difficili non da comprendere ma da collegare a una realtà, francamente, un po’ diversa dalla vita quotidiana. Sulla Stampa di domenica 17 novembre veniva riportato nelle pagine di economia l’articolo dal titolo “Ancora in discesa i prezzi medi ad Aosta”. Facilmente chi elabora le statistiche inerenti ai Comuni, rileva dei dati con un paniere e una modalità territoriale che dovrebbe essere rivista, in quanto i dati relativi alla situazione nazionale denunciano una situazione di aumento dei prezzi al consumo del +0,9%, con ricadute di
283,50 euro annui a famiglia con una forte preoccupazione dei prezzi sul versante alimentare. È vero che l’Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC ), per le famiglie di operai e impiegati ( FOI ) e per l’indice armonizzato europeo (IPCA ) . Purtroppo non sempre questo sistema tiene conto della realtà quotidiana che le persone vivono, siamo in un percorso di incremento della povertà individuale e la nostra regione non si discosta, purtroppo, da questa situazione.
Al di là dei dati e come vengono costruiti, basta ascoltare le persone, noi ne ascoltiamo moltissime che ci segnalano aumenti della spesa con carrelli sempre più vuoti, confezioni con meno contenuto, che i prezzi dell’energia al di là dell’offerta positiva di CVA, sono in continuo aumento, con un mercato dell’energia elettrica e del gas ormai divenuto una giungla di aumenti e di scorrettezze contrattuali, che danneggiano economicamente il consumatore. Abbiamo visto una prima bolletta del gas con una richiesta di deposito cauzionale di circa 950 euro. Follia pura! Troppe le persone che vivono una vita di povertà sociale. Persone che non si curano, a causa di una sanità che garantisca loro tempi e certezze delle prestazioni, e che quindi non permette
loro di scaldarsi regolarmente, di riuscire a pagare affitti e spese, rinunciando a una vita dignitosa, perché non è vita quella di chi ci dice che per riuscire a pagare il dovuto, rinuncia anche a mangiare due volte al giorno. Ultima chicca, ma non è una positività, è l’incremento della TARI che aumenta del 20,3% rispetto al 2023. Abbiamo, tra i vari primati negativi che da un po’ colpiscono la nostra regione, anche questo record. Bisognerebbe veramente costruire un percorso collettivo-sociale che presti forte attenzione alla sacca di povertà che colpisce anche la nostra regione trovando regole comuni di aiuto.