WhatsApp deve informare meglio i consumatori sull’uso dei dati personali.
WhatsApp deve informare meglio i consumatori sull’uso dei loro dati personali. È quanto chiedono, la Commissione europea e la rete delle autorità nazionali per i consumatori (CPC) che hanno inviato una lettera a WhatsApp, chiedendo all’azienda di chiarire le modifiche apportate nel 2021 ai suoi termini di servizio e alla politica sulla privacy, e di garantire la loro conformità alla legge UE sulla protezione dei consumatori.
WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che accettano e come vengono utilizzati i loro dati personali, in particolare quando vengono condivisi con i partner commerciali – ha detto il commissario per la Giustizia, Didier Reynders – Mi aspetto che WhatsApp rispetti pienamente le norme dell’UE che tutelano i consumatori e la loro privacy. Per questo abbiamo lanciato oggi il dialogo ufficiale. WhatsApp ha tempo fino alla fine di febbraio per tornare da noi con impegni concreti su come risponderà alle nostre preoccupazioni
La richiesta a WhatsApp di chiarire quali adempimenti prende per rispettare le norme europee sulla protezione dei consumatori arriva dopo un alert dell’organizzazione europea dei consumatori Beuc, che a luglio 2021 aveva presentato una denuncia contro WhatsApp. Perché, scriveva il Beuc, faceva «pressioni ingiuste sugli utenti affinché accettino le sue nuove politiche» sulla privacy che però, secondo la sigla, non sono «né trasparenti né comprensibili per gli utenti».
La Commissione europea chiede dunque a WhatsApp di chiare se ai consumatori vengono date informazioni sufficientemente chiare sulle conseguenze della loro decisione di accettare o di rifiutare i nuovi termini di servizi del social network.
Le domande riguardano inoltre la correttezza delle notifiche in-app di WhatsApp che spingono i consumatori ad accettare i nuovi termini e la politica sulla privacy.
Inoltre, ci si chiede se i consumatori abbiamo un’adeguata possibilità di conoscere le nuove condizioni d’uso prima di accettarle.
Commissione e autorità per i consumatori sono inoltre preoccupate per lo scambio dei dati personali degli utenti fra WhatsApp e terze parti o altre società di Facebook/Meta. WhatsApp ha tempo fino alla fine di febbraio per interagire con la Commissione e le autorità.
La politica privacy di WhatsApp è finita sotto i riflettori del Beuc che a luglio ha presentato una denuncia contro WhatsApp alla Commissione europea. Anche il Garante privacy italiano aveva definito poco chiara l’informativa agli utenti sul trattamento dei dati personali, all’inizio dell’anno, mentre WhatsApp aveva spiegato che l’aggiornamento non influiva sulla privacy dei messaggi scambiati.
L’accusa del Beuc era quella di fare indebite pressioni sugli utenti, con notifiche continue, per far accettare termini che non sono né trasparenti né comprensibili. Secondo la denuncia, «è praticamente impossibile per i consumatori avere una chiara comprensione delle conseguenze che i cambiamenti di WhatsApp comportano per la loro privacy, in particolare in relazione al trasferimento dei loro dati personali a Facebook e ad altre terze parti».
Per l’occasione WhatsApp si era difeso dicendo che l’aggiornamento privacy «non amplia la nostra capacità di condividere i dati con Facebook e non riguarda la privacy dei messaggi che le persone scambiano con amici o familiari, ovunque si trovino nel mondo».
Ora il nuovo passaggio e la richiesta di fare di più e informare meglio i consumatori da parte della Commissione europea.