Pillola del giorno dopo
Via libera per la pillola del giorno dopo: senza ricetta adesso si può
Niente più ricetta medica per la pillola del giorno dopo. Lo ha stabilito una determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco, pubblicata il 4 marzo, che ha predisposto per questo sistema anticoncezionale lo stesso regime previsto per la pillola dei 5 giorni dopo. Cade così l’alibi della ricetta medica dietro cui si trincerava l’obiezione di coscienza di medici e farmacisti e dopo molti anni anche l’Italia si allinea agli altri paesi europei. Nel caso di rapporti sessuali non protetti, le donne con più di 18 anni potranno recarsi in farmacia e richiedere la contraccezione, evitando il rischio di gravidanze indesiderate. La notizia è stata accolta con favore dalle tante associazioni che per anni hanno combattuto la battaglia per la vendita del farmaco senza prescrizione. “Si tratta di un traguardo importante”, ha commentato tra gli altri il Professor Annibale Volpe, past president della Società Italiana della Contraccezione (Sic), “Le donne avranno così non solo più scelta, ma anche meno confusione in testa”.
La decisione dell’Aifa tiene conto di quanto disposto a livello europeo dall’Ema, la quale aveva specificato che né il levonorgestrel (principio attivo della pillola del giorno dopo), né l’ulipristal acetato (ovvero la pillola dei cinque giorni dopo) sono da considerare farmaci abortivi poiché la loro efficacia si sviluppa in un periodo nel quale la fecondazione e l’annidamento non si sono ancora verificati. Si tratta, invece, di farmaci ormonali che impediscono l’ovulazione e la cui efficacia è maggiore se assunti tra le 12 e le 24 ore dopo il rapporto a rischio. Da qui la necessità di snellire la procedura d’accesso al farmaco.
“L’efficacia delle pillole d’emergenza è comprovata. I contraccettivi ormonali non hanno effetti collaterali: semplicemente ritardano l’ovulazione impedendo il concepimento”, ribadisce Volpe, “Per questo motivo, qualora la gravidanza sia già in atto, la salute del feto non viene compromessa”.
“L’ostracismo prolungato di medici e farmacisti verso questi farmaci ha prodotto, nel corso degli anni moltissimi aborti per gravidanze indesiderate (97.000 nel 2014-ndr”, afferma Onda, Osservatorio sulla salute delle donne, in una nota.