Influenza, iniziate le vaccinazioni: le 7 fake news da sfatare
Le fake news sono buone alleate del virus dell’influenza e possono renderla più rischiosa. Alla partenza della campagna vaccinale contro l’influenza, attiva da martedì 15 ottobre fino al 31 dicembre 2019, ecco il “catalogo” dei pregiudizi e falsi miti in tema di vaccinazione antinfluenzale, pubblicati sulla pagina del sito del ministero della Salute, dedicata all’epidemia stagionale.
Il primo, è che l’influenza non sia una malattia seria, quindi non c’è bisogno del vaccino. Un grave errore di valutazione. Si tratta infatti di “una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che, in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte. Più di 650 mila persone, nel mondo, muoiono ogni anno. Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani, possono essere più a rischio di gravi complicanze influenzali, come polmoniti e peggioramento delle condizioni fisiche”.
Secondo pregiudizio è che lo stesso “vaccino antinfluenzale può far contrarre l’influenza”. Un’idea infondata visto che contiene virus inattivati; i virus, cioè, sono stati trattati in modo tale da non essere attivi e, quindi, non possono far ammalare.
I vaccini inattivati, somministrati per mezzo di iniezione intramuscolare, possono causare comunemente reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione e, meno spesso, febbre, dolori muscolari o articolari o mal di testa.
C’è poi chi crede che “il vaccino antinfluenzale può causare malattie croniche o la sindrome di Guillain-Barrè”. Secondo i dati scientifici, però, non è proprio così. I dati attuali, indicano che i vaccini non inducono alcuna malattia cronica così come non aggravano il decorso di quelle presenti. Mentre i casi di sindrome di Guillain-Barrè si verificano comunemente in seguito a un’infezione gastrointestinale o un’infezione respiratoria acuta tra cui l’influenza, per cui la vaccinazione antinfluenzale può effettivamente ridurre il complessivo rischio, prevenendo l’influenza. Lo specifico aumento del rischio di questa sindrome dopo la vaccinazione, infatti, è piccolo, nell’ordine di uno o due casi aggiuntivi per milione di dosi somministrate.
Altra convinzione infondata è che il vaccino non funzioni perché si è avuta l’esperienza di ammalarsi nonostante la vaccinazione. Il vaccino però protegge solo dall’influenza vera e propria, non dalle tante sindromi para-influenzali che circolano. Durante la stagione influenzale sono presenti molti altri virus: rinovirus (causa del “raffreddore comune”), virus respiratori sinciziali (causa più frequente di sindrome respiratoria grave nella prima infanzia e importante causa di morte da patologia respiratoria nei soggetti con 65 anni e più) ma anche i virus responsabili della cosiddetta influenza intestinale.
C’è poi chi è convinto di essere immune grazie alla vaccinazione dell’anno precedente o perché ha contratto l’infezione nella stagione passata. In realtà la protezione indotta dal vaccino comincia circa 2 settimane dopo la vaccinazione e dura per un periodo di 6/8 mesi per poi decrescere.
Inoltre i ceppi virali in circolazione possono mutare, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale. Molto pericolosa, poi, la convinzione che non ci si possa vaccinare in gravidanza. Invece la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata alle donne che si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, in quanto protegge sia la mamma, riducendo il rischio di ricovero almeno del 50%, che il bambino, riducendo significativamente i casi di malattia e di otite nei primi due mesi di vita.
Infine la dannosa convinzione che gli antibiotici possano curare l’influenza. Questi farmaci sono efficaci solo contro malattie di origine batterica e risultano totalmente impotenti nei confronti di una malattia virale, come l’influenza. L’uso inappropriato di questi medicinali potrebbe, inoltre, essere controproducente, in quanto potrebbe rendere la loro azione inefficace, qualora la loro assunzione fosse realmente necessaria.
La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza.
L’influenza ha già iniziato a colpire migliaia di italiani in anticipo rispetto all’inizio del periodo di rilevazione dei casi, che secondo l’Iss parte dalla quarantaduesima settimana dell’anno. Molte persone sono già costrette a letto con tosse o raffreddore ancor prima dell’avvio della campagna vaccinale !