Istat – spesa delle famiglie
I dati sulla spesa delle famiglie rilevata dall’Istat nel mese di giugno tracciano un quadro di gravi disparità, oltre che di forte ottimismo.
I dati rivelano come si stia consolidando “ad un ritmo moderato, la fase di ripresa dei consumi delle famiglie”, sebbene lo stesso Istituto di Statistica fa notare come la spesa media mensile familiare si trovi ancora al di sotto del valore del 2011.
La ripresa dell’1% registrata nel 2016 appare, a nostro avviso, ancora sovrastimata. Stando ai dati del nostro Osservatorio Nazionale la crescita si attesta a poco più della metà di quella registrata dall’Istat, pari allo 0,6%, con un incremento di circa 182 Euro annui per una famiglia media.
Entrando nel dettaglio delle tipologie familiari, secondo i nostri dati, emerge come ad avere maggiore difficoltà a far fronte alle spese quotidiane siano i pensionati soli con età oltre i 65 anni, le coppie senza figli con età inferiore ai 34 anni, le famiglie numerose, ma anche le coppie con un figlio e le famiglie monogenitoriali.
Sono principalmente queste tipologie familiari quelle in cui si registrano i disagi maggiori, che portano a rinunciare persino a beni essenziali come i prodotti alimentari e quelli relativi al comparto sanitario.
L’altro versante su cui si rilevano preoccupanti difficoltà è quello delle famiglie con almeno un genitore disoccupato: in queste la spesa è ridotta del -34% rispetto a quella media.
Ad allarmare in misura maggiore, come confermano i dati dell’Istat, sono le disparità esistenti tra la spesa delle famiglie più ricche, pari a circa un quintuplo di quella delle famiglie meno abbienti.
“Le famiglie con spese più basse spendono solitamente il 7,9% della spesa sostenuta dal totale delle famiglie residenti”, mentre le famiglie con spese più elevate spendono il 39,4% del totale delle famiglie.
I dati esposti parlano chiaro: evidenziano la necessità, da parte del Governo, di una concreta azione mirata alla ripresa della domanda interna, con particolare riferimento ai redditi medio-bassi ed al rilancio dell’occupazione.
Per fare ciò, il primo passo è creare nuove opportunità di lavoro: stanziando fondi per investimenti sullo sviluppo, la ricerca, la realizzazione e modernizzazione delle infrastrutture, nonché la valorizzazione dell’offerta turistica.
Creare occupazione significa redistribuire i redditi ed alleggerire gli oneri di famiglie che, al momento, rappresentano l’unica forma di sostegno a figli e nipoti in cerca di occupazione.
Inoltre è bene tenere a mente che un tasso di inflazione elevato incide in misura maggiore sui bilanci delle famiglie con redditi medio-bassi: per questo è necessario avviare un attento monitoraggio sui prezzi ed in particolar modo sugli andamenti tariffari.