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Istat: calano vendite al dettaglio, bene solo online. AACC: pochi soldi

 Un 2018 da dimenticare per i negozi. A luglio 2018 si stima che le vendite al dettaglio diminuiscano, rispetto al mese precedente, dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume. La lieve flessione complessiva è dovuta al calo delle vendite dei beni non alimentari (rispettivamente -0,3% in valore e -0,4% in volume), mentre sono in leggera crescita quelle di beni alimentari (+0,2% in valore e +0,1% in volume). In controtendenza, appare invece l’andamento del commercio elettronico che registra una crescita piuttosto sostenuta del 13,6%.

Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio registra un lieve calo per la grande distribuzione (-0,1%) e una diminuzione più consistente per le imprese operanti su piccole superfici (‑1,5%).

Su base annua, le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,6% in valore e dell’1,8% in volume. Le vendite di beni non alimentari registrano un calo dell’1,0% in valore e dell’1,5% in volume, mentre quelle dei beni alimentari sono in aumento in valore dello 0,2% e diminuiscono in volume del 2,1%. La contenuta crescita tendenziale del valore delle vendite del settore alimentare è pertanto dovuta esclusivamente all’ aumento dei prezzi.

“Il dato sulle vendite segnala un clima complessivo ancora orientato all’ incertezza: i consumatori hanno ridotto l’indice del clima di fiducia ad agosto di quasi un punto decimale, il potere d’acquisto nel primo trimestre si è ridotto di due decimali, c’è un’attesa sospesa anche sui provvedimenti economici che il nuovo governo vorrà o potrà effettivamente mettere in campo”, commenta Confesercenti e punta il dito sulla deregulation che si è dimostrata del tutto inefficace. “Agli italiani”, dice l’associazione, “mancano soldi e fiducia, non le occasioni per acquistare”.