Fiducia consumatori.
Istat: a febbraio valore più basso da 18 mesi
Nel mese di febbraio, tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in peggioramento in funzione dei quali, l’Istat stima un calo da 113,9 a 112,4. Tutte, seppur con intensità diverse: il clima economico e quello corrente registrano le flessioni più consistenti mentre cali più moderati caratterizzano il clima personale e quello futuro. Più in dettaglio, il clima economico cala da 130,5 a 126,6, il clima personale passa da 108,9 a 108,2, il clima corrente scende da 112,4 a 109,4 e il clima futuro flette da 117,4 a 116,9.
Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia diminuisce in gran parte dei settori: nella manifattura e nei servizi l’indice cala lievemente, passando rispettivamente da 102,0 a 101,7 e da 98,6 a 98,3; nelle costruzioni il calo è consistente, da 139,2 a 135,5. Fa eccezione il commercio al dettaglio, dove l’indice aumenta da 102,9 a 105,4.
Per le associazioni dei consumatori, il peggioramento dell’indice rappresenta un segnale chiaro che si aggiunge al “bollettino di guerra” sulla nostra economia, con l’entrata del Paese in recessione tecnica, il calo dei consumi ed il crollo della produzione industriale del -5,5% a dicembre 2018 su base annua.
“Finito l’effimero effetto delle promesse e degli annunci da campagna elettorale è ora il momento di fare i conti con un periodo complesso e difficile per il nostro sistema economico, in cui con alta probabilità saranno le famiglie a pagare il prezzo della crisi”, afferma Federconsumatori ! Di fronte a tali prospettive le misure di carattere assistenziale varate dal Governo non sono sufficienti, ma si rende urgente un serio intervento del Governo per intraprendere la strada della ripresa, dando un nuovo slancio alla crescita, attraverso un piano di investimenti destinati allo sviluppo, alla ricerca, alla modernizzazione e alla realizzazione delle infrastrutture”.
Quello registrato per il mese di febbraio è un record negativo: in un solo mese, la fiducia precipita da -47,2 a -62,8, -15,6 punti percentuali. Dall’inizio delle serie storiche, ossia dal gennaio 1995, si tratta del quindicesimo peggior risultato di sempre. Per avere una riduzione maggiore bisogna tornare all’ottobre del 2013, con una flessione di 27,1 punti. Mentre in testa alla classifica resta il marzo del 1995, -31,9 punti.
Per quanto riguarda le famiglie, si registrano aspettative negative per tutte le componenti, dal clima personale a quello economico, e crolla sia la propensione al risparmio, sia quella relativa all’acquisto di beni durevoli”.
“Numeri che avranno ripercussioni pesanti sui consumi, perché in assenza di fiducia e di ottimismo le famiglie saranno portate a rimandare gli acquisti, con effetti a catena sull’economia italiana”, prosegue Rienzi, “Il Governo deve correre ai ripari contro questa fase di vera e propria recessione dove tutti gli indicatori economici registrano preoccupanti segnali negativi”.