Riordino del settore azzardo, la priorità è ridurre l’offerta. No alla proroga triennale delle concessioni e alla partecipazione degli enti locali alla distribuzione delle entrate fiscali derivanti dal gioco d’azzardo.

 “Mettiamoci in gioco”, la Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo ritiene che la priorità da perseguire nel “riordino” del settore azzardo sia una significativa riduzione dell’offerta del gioco nel nostro paese. La pandemia di Covid-19 ha riportato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica la salute delle persone come bene primario non comprimibile. Tutti i servizi che hanno in carico persone con disturbo da gioco d’azzardo hanno constatato che la chiusura delle sale giochi durante il lockdown ha avuto effetti positivi sulle persone che giocano, riducendo i comportamenti compulsivi e favorendo la vita relazionale ed affettiva.

 

Mettiamoci in gioco ritiene indispensabile rivedere il sistema delle concessioni, ma dichiara la propria contrarietà all’ipotesi di prorogare le attuali concessioni per un triennio. L’occasione offerta dal Recovery Fund permette allo stato di intervenire senza il ricatto delle entrate fiscali da preservare a ogni costo.

 

La campagna esprime, poi, la propria netta contrarietà all’ipotesi avanzata dall’Agenzia dogane e monopoli di far partecipare Regioni e Comuni alla distribuzione delle entrate fiscali dell’azzardo. I Monopoli, da una parte, dichiarano che ogni potestà legislativa in materia di azzardo è dello Stato, togliendo di fatto ai sindaci la possibilità di regolamentare la presenza del gioco nel proprio territorio, dall’altra, propongono a Regioni ed enti locali – la gran parte dei quali in condizioni di bilancio tutt’altro che floride – di accaparrarsi una fetta della torta sempre più grande assicurata dall’azzardo. Appare evidente la strumentalità della proposta e l’assoluto disinteresse per le problematiche di salute di un settore arrivato lo scorso anno a oltre 110 miliardi di euro di fatturato.

 

Mettiamoci in gioco ritiene che vada finalmente elaborata – coinvolgendo tutti gli attori interessati, compresi i soggetti della società civile – una riforma complessiva del settore che, fuori dalle strumentalizzazioni di concessionari e gestori, si ponga l’obiettivo della tutela della salute pubblica, di definire e implementare misure concrete ed efficaci di prevenzione di una patologia – il disturbo da gioco d’azzardo – che colpisce un numero altissimo di persone nel nostro paese, di tutela dei soggetti più fragili e dei lavoratori del settore, per i quali vanno attivati tutti gli strumenti a disposizione per la salvaguardia dell’occupazione.

 

Aderiscono alla campagna Mettiamoci in gioco: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp.