Un semplice “sì” con conseguenze: perché concludere contratti al telefono raramente è conveniente?

Il telefono squilla e dall’altra parte ci risponde una persona molto persuasiva che ci fa credere di avere delle bollette non pagate, note di credito in scadenza o di quanto sia conveniente l’offerta proposta, incitandoci a dire a tutti i costi di “sì” a qualcosa.

E qui inizia l’odissea dei cambi di fornitore, dei contratti validi o non validi, dei periodi di doppia fatturazione e di una generale incertezza giuridica.

Il telefono non è infatti l’opzione migliore per concludere un contratto: i prezzi indicati non possono essere confrontati con quelli di altri fornitori, ed è anche abbastanza difficile fare un ricalcolo esatto di quello che viene proposto oppure detto a voce.

Se ricevete una telefonata pubblicitaria, non confermate la vostra identità e chiudete immediatamente la telefonata con un chiaro “No, grazie!”. Soprattutto, non fornite al telefono dati personali come il vostro numero IBAN o POD/ PDR (dati identificativi dei contatori luce e gas).

Il diritto di recedere gratuitamente dal contratto entro 14 giorni di calendario per i contratti conclusi al telefono, sussiste per la maggior parte dei beni e servizi, ma non per tutti, è bene controllare.

Inoltre, può tornare utile inserire i propri numeri di telefono anche nel Registro Pubblico delle Opposizioni (RPO: https://registrodelleopposizioni.it/) ,   L’iscrizione nel registro è possibile compilando un apposito modulo elettronico sul sito del Registro pubblico delle opposizioni, oppure telefonando al numero verde 800 957 766 per le utenze fisse e allo 06 42986411 per i cellulari o inviando un apposito modulo digitale tramite mail all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni,it