Mercato tutelato dell’energia, slitta lo stop. Regime transitorio fino al 1° gennaio 2024.
Slitta la fine del mercato tutelato dell’energia. La scadenza, prevista per il 31 dicembre del 2022, lascia il posto a un regime transitorio in cui i clienti domestici potranno rimanere tutelati fino al 1° gennaio 2024. È la nuova tappa che riguarda il mercato tutelato dell’energia, quello con le tariffe stabilite dall’Arera (Autorità per energia, reti e ambiente) il cui stop – per il passaggio al mercato libero – viene di nuovo rimandato.
Un emendamento M5S al decreto Recovery fa slittare di nuovo la fine del mercato tutelato dell’energia. Come informa il Corriere della Sera, la scadenza del mercato tutelato dell’energia, fissata alla fine del 2022, e il passaggio al mercato libero dal 1° gennaio 2023, lascia ora il posto a un regime transitorio ancora da definire. I consumatori potranno rimanere nel mercato tutelato dell’energia fino al 1° gennaio 2024.
Anche se non si conoscono ancora i dettagli del regime transitorio, è evidente che non si può eliminare il tutelato in queste condizioni, con pochi grossi operatori che controllano il mercato, senza un albo dei fornitori, con una miriade di società incapaci di offrire il servizio, senza sapere che fine faranno i clienti dormienti.
Uno dei problemi che le associazioni dei consumatori hanno spesso sollevato riguarda infatti le distorsioni del mercato libero dell’energia, le pratiche aggressive di “conquista” dei consumatori e la difficoltà per i clienti di comprendere quando un’offerta di energia sia davvero conveniente. Il mercato dell’energia è complesso e non è facile districarsi fra le offerte. È infatti importante capire anche quali siano i propri consumi di energia, per scegliere sul mercato libero le offerte più convenienti per il proprio profilo di consumo.
A volte, col mercato libero, le bollette finiscano per essere anche più alte per i consumatori. Diversa è la valutazione delle aziende, che rivendicano la possibilità di risparmi nel mercato libero. Negli ultimi mesi, poi, gli aumenti record dei prezzi di elettricità e gas hanno inserito un altro elemento di complicazione. Con i rincari sul mercato tutelato diverse stime rivendicano la convenienza delle offerte bloccate sul mercato libero dell’energia. E stimano che il costo dell’uso degli elettrodomestici potrebbe aumentare, complessivamente, di circa il 55% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del 30% rispetto al trimestre precedente, per una famiglia rimasta nel Mercato Tutelato. Sono dati che evidenziano già così la complessità del mercato.
L’Antitrust ad esempio, in una segnalazione di febbraio 2020, aveva chiesto che gennaio 2022 fosse l’ultimo rinvio per la fine del mercato tutelato. I continui rinvii dell’abrogazione del servizio di tutela, scriveva l’Antitrust a febbraio 2020, hanno determinato nei consumatori “incertezza e confusione e quindi una scarsa propensione al cambiamento”.
Con la legge per la concorrenza (n. 124/2017) il legislatore italiano aveva stabilito scadenze e modalità per il superamento del regime di tutela esistente per la vendita al dettaglio a piccole imprese e clienti domestici di energia elettrica e gas. La scadenza in origine era fissata al 1° luglio 2019. Il legislatore aveva previsto il completamento del processo di liberalizzazione del settore dell’energia in Italia per quell’anno, quando si sarebbe concluso un periodo di transizione durato 12 anni – il regime di tutela è stato infatti introdotto nel 2007, parallelamente alla piena liberalizzazione dell’attività di vendita nella filiera elettrica e del gas, quale sistema di tutela di prezzo. La scadenza è poi slittata al 1° luglio 2020. Poi è slittata ancora, perché il Milleproroghe (decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162) ha introdotto una nuova proroga di 18 mesi e ha spostato al 1° gennaio 2022 il termine previsto per l’abrogazione del regime di tutela di prezzo nel mercato retail del gas e dell’energia elettrica.
Sarebbe meglio che la fine del mercato di maggior tutela che continua slittare negli anni vada abolito del tutto, perché economicamente sconveniente per le famiglie Gli stessi dati Arera hanno dimostrato come solo in pochi casi le tariffe praticate nel mercato libero dell’energia siano più vantaggiose rispetto il regime di maggior tutela, con la conseguenza che gli utenti che passano alle offerte del mercato libero si ritrovano alla fine a pagare di più, anche a causa di pratiche aggressive nelle offerte commerciali e sconti proposti ai consumatori che hanno una durata limitata nel tempo».