Carburanti:Crolla il prezzo.
CARBURANTI: CROLLA PREZZO DEL BARILE, MA NON QUELLO DELLE BENZINE, PER AUMENTO TASSAZIONE E RENDITE SPECULATIVE. NEL 2008, CON BARILE A 147,27 DOLLARI, BENZINA E GASOLIO COSTAVANO QUASI COME OGGI, CON IL BARILE CROLLATO A 47,41. SU OGNI PIENO DI 50 LITRI SI SPENDE FINO A 8,5 EURO IN PIU’, PER UN IMPATTO ANNUO (TRA COSTI DIRETTI ED INDIRETTI) DI +313 EURO L’ANNO.
Nel 2008, quando le scommesse sui future delle banche di affari spinsero il prezzo del barile a 147,27 dollari (11 luglio 2008), con il cambio euro/dollari ad 1,58, un litro di benzina costava 1,523 euro, con le tasse (Iva-accise) che incidevano per il 53,7% su benzina; 44,53 % su gasolio attestato a 1,518 euro al litro.
Ora che il barile è crollato a 47,41 dollari, la benzina venduta in media a 1,587 euro al litro, ha un surplus di 12 centesimi anche per effetto della pressione fiscale aumentata a 64,45%; ben 17 centesimi il gasolio pagato dagli automobilisti a 1,492 euro al litro, con Iva e accise al 64, 28%,incidendo così sulle tasche dei consumatori per effetto dello Stato ‘ottava sorella’, per ogni pieno di 50 litri, rispettivamente per 6 e 8,5 euro in più, con una spesa maggiorata di 180 e 255 euro per ogni famiglia che consuma 1.500 litri l’anno.
Tale sovrapprezzo ha ricadute pesanti sulle tasche dei cittadini, che ammontare a +195 euro in media quelle dirette, a +118 Euro annui quelle indirette (dovute all’impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l’86% su gomma), per un totale di + 313 euro annui. Non è tollerabile questa lentezza nell’adeguamento dei prezzi, che avviene subito al rialzo e quasi mai al ribasso.
Per questo è fondamentale avviare misure tese al calmieramento dei prezzi, attraverso la completa liberalizzazione del canale di distribuzione e l’ampliamento della rete no-logo (presso la quale si risparmiano anche 8-9 centesimi al litro). È necessario inoltre evitare categoricamente qualsiasi nuovo aumento delle accise, per ora (ma solo per ora) dal Governo sterilizzato.
Considerando un reddito medio netto, la spesa della benzina in Italia incide sul 9,8% del reddito, circa il 10 % dello stipendio se ne va al distributore, mentre in Germania incide per il 4,8 % del reddito, in Francia incide per il 5,8%. Mediamente in Europa la ricaduta sul reddito è pari al 5,9%, il 3,9% in meno rispetto all’ Italia .