Sant’Egidio: 10% degli italiani in povertà. Aumentano le richieste di aiuto.
Dall’inizio della pandemia, Sant’Egidio ha distribuito oltre 600mila pacchi alimentari in Italia. Ha anche aperto nuovi centri di distribuzione alimentare in 30 città, dal Nord al Sud, mentre i pasti offerti nelle mense sono raddoppiati.
Disoccupazione e lavori precari, pensioni e salari insufficienti, prezzi dei beni di prima necessità alle stelle e bollette da capogiro: la pressione sulle tasche degli italiani non cessa, spingendo sempre più persone in povertà e costringendole a cercare aiuto. Il preoccupante quadro è delineato dalla Comunità di Sant’Egidio.
Secondo i dati presentati dalla Comunità di Sant’Egidio, il 68% degli italiani si dice “molto preoccupato” o “abbastanza preoccupato” per le le bollette: in Europa, lo sono di più soltanto i greci (69%). Negli ultimi nove mesi 4,7 milioni di persone hanno già “saltato” il pagamento di almeno una bolletta di luce e gas e altri 3,3 milioni temono di fare lo stesso a breve.
“E i segni di un miglioramento paiono lontani – osserva Sant’Egidio – visto che la Commissione europea prevede che il costo dell’energia tocchi il picco a fine anno, iniziando poi a diminuire lentamente, e l’inflazione dei prezzi al consumo si attesti quest’anno in media all’8,7%, destinata a calare nel 2023 al 6,6% e l’anno dopo al 2,3%”.
Costi che pesano sulla vita quotidiana di persone e famiglie, con il connesso aumento dei prezzi al consumo dei beni alimentari, nel preoccupante quadro sulla povertà che sostanzialmente conferma i massimi storici del 2020, anno d’inizio della pandemia del Covid-19: 5,6 milioni di individui in povertà assoluta.
La situazione più allarmante è quella di famiglie monoreddito – spiega Sant’Egidio – persone anziane e con lavoro precario, madri sole e fascia d’età 36-50 anni. Mentre un segnale d’ottimismo arriva dal rapporto Istat sulla redistribuzione del reddito nel 2022: gli interventi rivolti alle famiglie – osserva – hanno lievemente ridotto la diseguaglianza (da 30,4% a 29,6%) e il rischio di povertà (da 18,6% al 16,8%, ma il rischio è invariato per famiglie senza figli o solo con figli adulti).
Per contrastare la dilagante povertà, dall’inizio della pandemia la Comunità di Sant’Egidio ha distribuito oltre 600mila pacchi alimentari in tutta Italia, numero tre volte maggiore rispetto al periodo precedente.
Di fronte alle crescenti esigenze, ha anche aperto nuovi centri di distribuzione alimentare in tutt’Italia, in 30 città dal Nord al Sud: solo a Roma, il numero delle ‘Case dell’amicizia’ è passato da tre a 28, a Genova da quattro a 10. Luoghi dove trovare aiuto concreto ma, anche, ascolto, informazioni, consigli. Un altro dato racconta la difficile situazione generale: i pasti serviti nelle mense della Comunità a Roma, Genova, Novara, Frosinone e Lucca sono, dall’inizio della pandemia, 500mila, il doppio rispetto agli anni pre-pandemia. Ad essi si aggiungono i 650mila pasti distribuiti nelle cene itineranti in varie città italiane, da Padova a Catania, da Torino a Napoli. Nei Comuni più piccoli, Sant’Egidio ha invece raggiunto con altri mezzi le persone e le famiglie in stato di necessità.
Sant’Egidio continua le sue attività anche a Natale, promuovendo nuovamente la campagna solidale ‘Aggiungi un posto a tavola’ con cui regalare alle persone più fragili un pranzo degno del 25 dicembre, con un pasto abbondante, un dono e il calore di una casa.
Chiunque può contribuire, inviando un sms o chiamando da rete fissa il numero 45586, fino al 27 dicembre. La tradizione del pranzo di Natale con i poveri quest’anno compie 40 anni: era il Natale 1982 quando, per la prima volta, 35 poveri furono accolti nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Da allora, il banchetto si è allargato: ogni anno coinvolge circa 80mila persone in Italia e 250mila nel mondo.
Inoltre torna anche la guida ‘Dove mangiare, dormire lavarsi’, ormai giunta alla 33esima edizione. Un compendio per orientarsi nel mondo della solidarietà, rivolto alle persone senza casa o che abbiano bisogno di aiuto, distribuito gratuitamente dalla Comunità di Sant’Egidio per aiutarle a individuare i servizi sul territorio. Duecentottanta pagine in cui sono elencati strutture e centri cui rivolgersi per avere assistenza e accoglienza, come mense, dormitori, servizi di distribuzione alimentare, centri di ascolto.
“Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina: la crisi colpisce sempre di più persone in situazioni molto diverse, giovani e anziane, al Nord e al Sud. Mentre il Governo è chiamato a redistribuire occupandosi dei più bisognosi – tra cui quasi 6 milioni di poveri –, ogni persona può dare il proprio importante contributo – ha dichiarato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. – La solidarietà non è soltanto un aiuto, ma un necessario investimento che accompagna tanti a reintegrarsi pienamente nella società, attraverso la casa e il lavoro”.