Paniere Istat, l’Italia che cambia: entrano i monopattini elettrici, il sushi take away e i pasti a domicilio.
L’Istat ha aggiornato il paniere per il calcolo dell’inflazione. Quest’anno entrano le auto elettriche e ibride, il sushi take away, la consegna dei pasti a domicilio, i trattamenti estetici per uomo.
L’Italia vista dal paniere guarda alla mobilità elettrica e cambia i consumi alimentari, si porta il sushi a casa e si fa consegnare i pasti dai rider dei servizi di consegna a domicilio.
L’Italia e gli italiani cambiano le loro abitudini di consumo e di spesa, è questa la nuova fotografia realizzata dall’Istat che ha diffuso l’aggiornamento del paniere usato per la rilevazione dei prezzi al consumo.
Il paniere cambia per cogliere «l’evoluzione dei comportamenti di spesa dei consumatori», spiega l’Istat.
«L’aggiornamento dei beni e servizi compresi nel paniere tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione di norme e classificazioni e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati».
È quindi una sorta di piccolo spaccato sociale! Entrano così i monopattini elettrici, che fotografano sicuramente un cambiamento nella mobilità individuale, ed entra la consegna dei pasti a domicilio, «nuovo segmento di consumo introdotto per tener conto di un fenomeno in forte espansione negli ultimi anni».
Nel dettaglio, l’ingresso di nuovi prodotti che rappresentano un evoluzione delle abitudini di spesa, comprende fra i mezzi di trasporto, le automobili elettriche, ibride e il monopattino elettrico e tra i servizi di ristorazione, il sushi take away e la consegna dei pasti a domicilio. Entrano poi nel paniere il servizio di barba e baffi, i trattamenti estetici per uomo e gli apparecchi acustici.
Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, sono inclusi nel paniere il servizio di lavatura e stiratura camicia e l’applicazione dello smalto semipermanente (tra i trattamenti di bellezza).
«Nessuno prodotto esce dal paniere nel 2020 poiché tutti quelli già presenti non mostrano segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione», aggiunge l’Istat.