ISTAT: A LUGLIO SCENDE NUOVAMENTE LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI.

Va giù la fiducia dei consumatori: peggiorano i giudizi sulla situazione economica del paese nell’ultimo anno.

Aumentano coloro che si attendono un peggioramento della situazione economica e chi giudica la situazione economica della propria famiglia già peggiorata.

Il dato viene dall’Istat: a luglio l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce (scende a 106,5 da 109,3 del mese di giugno). Cala, anche se lievemente, l’indice del clima di fiducia delle imprese italiane (va a 104,3 da 104,7 di giugno).

Spiega l’Istat che i giudizi dei consumatori sulla situazione economica del Paese nell’ultimo anno peggiorano rispetto al mese precedente, perché sono aumentate le quote di chi giudica la situazione “molto peggiorata” e “peggiorata”.

Gli intervistati si attendono un peggioramento lieve o consistente della situazione economica generale (rispettivamente, a 16,5% da 12,7% e a 12,2% da 10,7%) e crescono le quote di coloro che si attendono un aumento consistente o lieve del numero dei disoccupati (rispettivamente, al 13,0% dal 9,7% e al 25,7% dal 21,8%).

Peggiorano anche i giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia. Dice l’Istat: Per i giudizi aumenta la quota di chi giudica la situazione della propria famiglia “peggiorata” (al 31,5% dal 27,8%). I pareri sulle opportunità attuali e le possibilità future di risparmio migliorano: i saldi passano a 126 da 125 e a -44 da -46. Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare aumenta a -8 da -10, diminuendo la quota di chi dichiara “di usare i risparmi” (al 21,0% dal 23,2%).

Di fronte a questi dati, come Federconsumatori, non possiamo che rimarcare la generale incertezza della situazione italiana e dell’economia. Nonostante gli incitamenti e i prematuri ottimismi rimangono invariati i dati negativi, dalla contrazione dei consumi al tasso di disoccupazione, dai dati sulla povertà a quelli riguardanti la produzione industriale; tutti segnali che lasciano chiaramente percepire una situazione di stallo, dove anche piccoli segnali di ripresa rappresentano ben poca cosa di fronte alla portata negativa degli andamenti registrati negli ultimi anni.