Default familiare (legge 3 del 2012)
Debiti per ripianare altri debiti. Nell’Italia della lunga recessione il credito al consumo è tutt’altro che in crisi, anzi ha guadagnato quote su una percentuale considerata già alta, passando dal 59% al 61%, come evidenzia un’indagine del Forum Ania-Consumatori. Si spende, sì, ma spesso si chiedono soldi per tappare le falle di altri prestiti. Mentre il reddito familiare si riduce al lumicino, cresce il bubbone del sovraindebitamento. E il crac è dietro l’angolo. Con conseguenze estreme: creditori alla porta, casa pignorata, suicidi. Mentre basterebbe un «fallimento controllato», come succede per le aziende che portano i libri in tribunale, per dare fiato al debitore e ai creditori sulle somme dovute.
La soluzione, in effetti, esiste già. «È la prospettiva aperta dalla legge 3 del 2012, emanata dall’allora governo Monti, che prevede il concetto di “default familiare”» Finora però il provvedimento è rimasto nei cassetti. Perché? Da un lato c’è la «scarsa informazione sulla procedura dall’altro pesa anche lo scarso numero di omologhe a concordati di fallimento individuali finora accolte dai tribunali in Italia. Se ne contano tre: due a Catania e una a Pistoia. Non è tanto una questione di nuove carte sulle scrivanie già affollate dei giudici fallimentari, quanto un problema di forma. Per accedere alla procedura di default famigliare, «tutti i debiti devono essere incolpevoli, ma basta che sia stato contratto un finanziamento per ripianare un altro debito, per risultare colpevole». Mentre grazie agli strumenti della legge 3/2012, un cittadino può sedersi al tavolo con i suoi creditori e stabilire un piano di rientro che non lo strozzi, rimanendo proprietario dei beni privati, ad esempio l’abitazione.
Il sovraindebitamento è diffuso: cartina di tornasole sono i 32 miliardi di euro di crediti in sofferenza nei caveau delle banche italiane, il 6% su uno stock di 500 miliardi di euro. Sarebbe positivo se la Regione Valle d’Aosta studiasse un provvedimento anti-usura per le famiglie valdostane perché esiste ed è consistente anche nella nostra regione il dramma del sovraindebitamento individuale o familiare .