Dati ISTAT 2014: e’ ancora drammatica la caduta dei consumi.
I dati diffusi dall’Istat relativamente alle vendite al dettaglio nel 2014 non fanno altro che confermare la drammatica caduta dei consumi che denunciamo da tempo. Secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nell’ultimo triennio i consumi delle famiglie sono scesi del -10,7%, percentuale che equivale ad una caduta complessiva della spesa di oltre 78 miliardi di Euro.
Allarmante in particolare l’andamento relativo al settore alimentare: la caduta di spesa in tale settore delicatissimo è stata nel 2014 pari al -1,1%, praticamente equivalente al calo segnato negli altri comparti.
Questo significa che su abbigliamento, mobili, trasporti e casa le famiglie hanno già ridotto all’osso i propri consumi, ora stanno facendo altrettanto per quanto riguarda l’alimentazione, tagliando su qualità e quantità.
Una situazione intollerabile, specialmente se si guarda a ciò che è avvenuto sul fronte dei consumi dall’inizio della crisi. Settori vitali come alimentazione e salute hanno conosciuto una diminuzione, dal 2008 al 2014, rispettivamente di ben il -11,6% e -23,1% (vedi tabella).
L’intero sistema economico continua a risentire di tale crollo dei consumi, determinando fallimenti e disoccupazione.
Questi dati rappresentano il segnale evidente che le famiglie si trovano in condizioni insostenibili, per questo il Governo deve intervenire immediatamente con misure realmente pensate per aiutare e sostenere la domanda interna (che, non lo dimentichiamo, dal 2008 ha subito una contrazione del -13,4%).
Come ribadiamo da tempo agire sul versante del rilancio occupazionale non significa solo restituire reddito a milioni di disoccupati, ma anche alleggerire il carico che attualmente pesa sulle famiglie che, con stipendi e pensioni di genitori e nonni, sostengono i giovani (e no) senza lavoro.
Dal 2008 al 2014 | |
Alimentazione | -11,6% |
Salute | -23,1% |
Abbigliamento e calzature | -26,9% |
Arredamento ed elettrodomestici | -20,2% |
Cultura e tempo libero | -14,2% |