Bankitalia: un terzo delle famiglie taglierà i consumi!
C’è poca fiducia nel futuro e poca voglia di spendere tra le famiglie italiane, e a confermarlo sono i dati della terza edizione dell’indagine straordinaria sulle famiglie italiane nel 2020, condotta dalla Banca d’Italia lo scorso novembre.
In particolare, le condizioni delle famiglie appaiono peggiorate rispetto all’estate nella seconda parte del 2020, che ha coinciso con la seconda ondata epidemica, anche se si sono mantenute meno negative di quelle registrate nella prima ondata.
Un terzo delle famiglie ha riferito di aver subito una riduzione del reddito nel 2020 e, tra queste, solo un quinto pensa che avrà una ripresa nel corso del 2021. Le famiglie hanno inoltre dichiarato di aver ridotto la frequenza delle spese per alcuni servizi, rispetto al periodo precedente la pandemia, sia a causa delle minori disponibilità economiche, motivazione riportata da poco meno della metà del campione, sia per la paura del contagio.
Il timore di ammalarsi ha contato più delle restrizioni nella decisione di limitare gli acquisti e le spese.
La spesa effettuata nel novembre scorso per abbigliamento, alberghi, bar e ristoranti è stata inferiore al periodo che ha preceduto la pandemia per circa l’80 per cento delle famiglie; quella in servizi di cura della persona è calata per circa due terzi.
Se si guarda al prossimo futuro, quasi un terzo delle famiglie italiane pensa di ridurre i consumi per alimentari, abbigliamento e calzature e beni e servizi per la casa nei primi mesi del 2021; di questi, circa la metà pensa che la contrazione della spesa sarà inferiore al 20 per cento, mentre quasi uno su tre teme che i tagli supereranno il 30 per cento, non solo, quasi la metà delle famiglie che intendono stringere la cinghia rivela di voler acquistare beni di qualità inferiore, i tre quarti pensano di modificarne la quantità.
Le aspettative di flessione dei consumi interesserebbero soprattutto i nuclei che al momento dell’intervista risiedevano nelle regioni rosse e arancioni, e anche poco più di un quarto di coloro che si aspettano un incremento di reddito nel 2021.
È anche un aumento dei prezzi che i consumatori si attendono: dopo aver temporaneamente risentito dell’andamento sostenuto dei prezzi dei beni alimentari tra marzo e aprile, la percentuale di famiglie che si attende una crescita dei listini nei prossimi 12 mesi è al 67%, anche se è diminuita di oltre 10 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente.