Attenti a quella bambola!

Attenti a quella bambola. Smart toys, dal Garante una campagna per giocattoli a prova di privacy

Sanno parlare e interagire con le persone e con l’ambiente circostante. Sono in grado di registrare suoni, scattare foto, girare video. Hanno un corredo tecnologico impressionante: microfoni, sensori, fotocamere, sistemi di geolocalizzazione. E si collegano a Internet. Gli Smart toys, o giocattoli intelligenti, sono dispositivi tecnologici sofisticati che possono pure far felici i bambini e avere funzioni educative ma sono in grado di raccogliere, elaborare e comunicare informazioni, preferenze e abitudini dei minori e di tutta la famiglia. Attenzione dunque alla bambola e al robot che parlano: possono rappresentare un serio rischio per la privacy, soprattutto dei più piccoli.

A sollevare il tema è il Garante per la protezione dei dati personali, che ha avviato una campagna informativa sui giocattoli intelligenti per far divertire i più piccoli senza esporli al rischio di veder violata la propria riservatezza. Ad esempio, informandosi su quali e quanti dati potrebbe raccogliere e trattare il giocattolo e per quali finalità, spegnendolo o disconnettendolo dalla rete quando non viene utilizzato, impostando password di accesso sicure per la connessione a Internet dello Smart toy, ed eventualmente anche per l’accesso al giocattolo o alla app che lo gestisce.

Questi giocattoli, spiega il Garante Privacy, sono in grado di connettersi alla rete per navigare online e comunicare con smartphone, tablet, pc e altri Smart toys.  Il Garante consiglia prima di tutto di essere intelligenti in prima persona: informarsi su quali e quanti dati tratterà il giocattolo. “Se per attivare un giocattolo intelligente è necessario registrarsi fornendo dati personali, oppure vengono richieste alcune informazioni (come il nome del bambino o la sua età), è bene leggere con attenzione l’informativa sul trattamento dei dati personali raccolti, che dovrebbe sempre essere disponibile nella confezione e/o pubblicata sul sito dell’azienda produttrice – spiega l’Autorità – E’ importante comprendere anche quali e quante informazioni saranno acquisite direttamente dal giocattolo (ad esempio, tramite fotocamera o microfono) e come potrebbero eventualmente essere utilizzate (solo per far funzionare lo Smart toy o anche per altre finalità)”.

Altro consiglio utile: non raccontare troppe cose allo Smart toy. Dare solo le informazioni specificamente necessarie per la registrazione, eventualmente usare pseudonimi per gli account, specialmente se sono riferiti a minorenni. “È opportuno limitare la possibilità di raccolta e memorizzazione di dati da parte del giocattolo.  Ad esempio, si possono disattivare strumenti di rilevazione che possono risultare non indispensabili per il funzionamento, come la geolocalizzazione. Alcune app utilizzate per gestire Smart toys possono richiedere l’accesso alla memoria, al microfono, al Wi-Fi o alla connessione Bluetooth dello smartphone o del tablet su cui vengono installate. Meglio evitare di concedere queste autorizzazioni se non sono strettamente necessarie per il funzionamento del giocattolo. In ogni caso, è importante informarsi sempre su chi e come potrebbe utilizzare i dati raccolti”.

Attenzione poi al fatto che il giocattolo intelligente possa ripetere le parole che gli vengono dette, compresi gli insulti, le espressioni violente o le offese. È bene tenere presente inoltre che gli Smart toys, come tutti i dispositivi che sono parte dell’Internet delle cose (IoT), non si limitano ad essere in connessione soltanto con la rete, ma sono anche in grado di “dialogare” tra loro. Questa capacità amplifica la possibilità di incrocio dei dati e di diffusione delle nostre informazioni personali.

Una regola di base è quella di impostare password di accesso sicure per la connessione online del giocattolo e tenere aggiornati eventuali sistemi di protezione antivirus. Anche perché “eventuali malintenzionati potrebbero tentare di entrare negli Smart toys attraverso la rete, ad esempio per accedere ai dati che contengono, oppure ai microfoni, alle fotocamere e ai sensori di cui sono dotati”.

Se il giocattolo non viene usato, è opportuno spegnerlo e disconnetterlo dalla rete. “Basti pensare – spiega il Garante Privacy – che un giocattolo capace di ascoltare e riconoscere le voci lasciato acceso in un ambiente domestico potrebbe essere in grado di raccogliere e trasmettere informazioni sui gusti, le scelte e le abitudini non solo del bambino, ma dell’intera famiglia”.

Meglio poi evitare che lo Smart toy sia troppo “social”. In alcuni casi, l’app di gestione del giocattolo permette di condivide online foto e video. “È buona abitudine non lasciare che i più piccoli utilizzino questa funzione da soli e, in ogni caso, è utile passare del tempo in loro compagnia quando giocano con dispositivi connessi alla rete, spiegando quali rischi possono correre e cosa è meglio evitare di fare”.

Se il giocattolo viene gettato, venduto e regalato, i dati vanno cancellati e gli eventuali account personali creati per la connessione online vanno disattivati.  I dati raccolti potrebbero comunque essere stati trasmessi e conservati nei database dell’azienda produttrice o di altri soggetti: è allora opportuno valutare di chiederne la cancellazione.