Assegno unico temporaneo.
L’assegno unico per i figli minori arriverà a 1,8 milioni di famiglie. Per la prima volta potranno beneficiarne lavoratori autonomi, disoccupati e incapienti, ma dovranno fare domanda all’Inps e ottenere prima ancora un certificato Isee, che attesti la situazione economica familiare.
A partire dal 1° luglio potranno richiedere il beneficio coloro che non percepiscono assegni al nucleo familiare, e hanno un reddito Isee fino a 50 mila euro. Avranno un beneficio medio di 1.056 euro per nucleo e 674 euro per figlio. Per chi oggi riceve assegni familiari e detrazioni in busta paga, la situazione resta invariata fine a fine anno. Da gennaio 2022 partirà invece la riforma dell’assegno unico universale, che interesserà tutte le famiglie e ingloberà gli altri aiuti.
Le domande potranno essere presentate dal 1° luglio sul sito dell’Istituto, o tramite patronato. La novità è che non ci sarà più bisogno di allegare la certificazione Isee, ma saranno sufficienti il codice fiscale dei figli e il codice Iban del proprio conto corrente.
Non c’è una scadenza per fare domanda, ma chi presenterà la richiesta entro il 30 settembre 2021 potrà richiedere le mensilità arretrate. Le somme saranno versare sul conto corrente dell’interessato. In caso di affido condiviso dei minori l’assegno sarà accreditato al 50 per cento sull’Iban di ciascun genitore, altrimenti sarà corrisposto al genitore affidatario.
L’importo dell’assegno è progressivo e sale con l’abbassarsi dell’indice, partendo da un massimo 167,5 euro a figlio (217,8 se si hanno almeno tre figli) per chi ha un Isee fino a 7 mila euro, a un minimo di 30 euro (40 dal terzo figlio) per chi ha un valore di 50 mila. Dopo questa soglia non si ha diritto a nessun beneficio. Infine l’importo dell’assegno è sempre maggiorato di 50 euro in caso di figli disabili.
Anche le famiglie che già ricevono gli assegni familiari potranno fare domanda all’Inps per avere un’integrazione, in attesa dell’assegno unico. Per i lavoratori dipendenti l’assegno universale arriverà a gennaio 2022, ma è già possibile richiedere una maggiorazione per i nuclei con i redditi più bassi. A questi ultimi spetta un’integrazione di 37,5 euro per ciascun figlio, per i nuclei familiari fino a due figli, e di 55 euro per ciascun figlio, per i nuclei familiari di almeno tre figli.
I genitori separati che hanno scelto l’ affido condiviso hanno diritto a ricevere entrambi l’assegno unico universale per i figli. Lo chiarisce la legge che ha istituito la nuova misura di sostegno alle famiglie. L’Inps spiega anche come fare domanda in questi casi.
In primo luogo, nella richiesta per l’assegno unico va specificato se i genitori sono separati e/o divorziati con affido condiviso del minore e va fornito il codice fiscale dell’altro genitore.
Nell’ipotesi di affidamento condiviso (situazione che dovrà essere certificata da un Tribunale) il richiedente dovrà indicare nella domanda se l’assegno va ripartito in misura uguale (al 50%) tra i due genitori.
In tal caso, il secondo genitore dovrà successivamente integrare la domanda di assegno unico presentata dal primo genitore con i propri dati di pagamento, eventualmente anche tramite Patronato.
Come spiega l’Inps in questo documento, il secondo genitore non deve presentare una nuova domanda, ma accede a quella presentata dal primo genitore e la completa.
Se i requisiti previsti dal D.L. 79/2021 sono soddisfatti, il pagamento della quota del 50% a favore del primo genitore è disposto anche nelle more della integrazione della domanda richiesta al secondo genitore.
Il pagamento della quota spettante al secondo genitore è disposto dopo che ha comunicato i propri dati di pagamento (anche tramite Patronato).
La vera novità dell’assegno unico è che arriverà anche a lavoratori autonomi, liberi professionisti e incapienti, fino a oggi esclusi dagli assegni familiari e dalle detrazioni. L’unico requisito necessario sarà avere la residenza e pagare le tasse in Italia. Il diritto al beneficio scatterà al settimo mese di gravidanza, il suo importo sarà modulato in base all’Isee familiare, ma secondo le anticipazioni sarà tra i 50 e i 250 euro per figlio, e sarà corrisposto sotto forma di assegno o di credito d’imposta, a seconda della situazione lavorativa e reddituale dei genitori. Sarà inoltre diviso in parti uguali tra i genitori, e prevede una maggiorazione a partire dal secondo figlio e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili.
I genitori avranno diritto a ricevere l’assegno fino ai 18 anni di età di ogni figlio, ma l’aiuto potrà proseguire fino ai 21 anni e andare direttamente ai figli, su richiesta, se i ragazzi sono iscritti a un corso o all’Università, fanno un tirocinio o hanno un lavoro a basso reddito, sono disoccupati o in cerca di una prima occupazione. L’obiettivo è infatti quello di favorire l’autonomia dei ragazzi.