Non solo donne, Amnesty: per gli italiani troppa discriminazione nel nostro Paese
Violenza sulle donne, discriminazione di persone LGBTI ed episodi di bullismo sono ancora oggi fenomeni all’ordine del giorno che, seppur diversi, sono tutti frutto della discriminazione. Nel 2017, dei 355 omicidi commessi, 140 sono femminicidi (Dati del Ministero dell’Interno relativi alla sicurezza in Italia nel 2017). Sebbene il numero degli omicidi commessi nell’ultimo anno sia diminuito dell’11% dal 2016, e del 25% negli ultimi 4 anni, il numero dei femminicidi è rimasto invariato. Ma le donne non sono le uniche a subire discriminazioni. Il 40,3% delle persone LGBTI, infatti, afferma di essere stato discriminato nel corso della vita, il 24% a scuola o in università mentre il 22% sul posto di lavoro (Relazione luglio 2017 della Commissione Parlamentare Jo Cox sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio).
In molti casi, discriminazioni e violazioni dei diritti umani avvengono già tra i ragazzi. In Italia, un ragazzo o una ragazza su 2, tra gli 11 e i 17 anni, ha subito episodi di bullismo e circa il 20% ne è vittima assidua, cioè subisce prepotenze più volte al mese (Indagine ISTAT 2015 “Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi”).
La percezione dei fatti da parte dell’opinione pubblica evidenzia, da una parte una maggiore consapevolezza dell’esistenza del problema, e dall’altra una certa tendenza a sminuirne l’ampiezza. Lo testimonia l’indagine condotta da Amnesty International e Doxa “Gli italiani e le discriminazioni”, che indaga il pensiero dei nostri connazionali su questi fenomeni discriminatori in Italia e nel mondo.
I dati emersi su queste forme di discriminazione non sono incoraggianti. Infatti, per 6 italiani su 10 la violenza sulle donne è aumentata in questi ultimi anni e sempre più spesso si sentono notizie in cui si parla di femminicidio. Ma, a pensarla così, sono quasi 7 donne su 10, contro il 50% degli uomini. C’è poi un restante 40% di italiani per i quali il fenomeno è rimasto invariato, ma che credono che se ne parli di più su media e social media (anche in questo caso, a minimizzare il problema sono gli uomini, risponde così il 47% contro il 30% delle donne).
Altro fenomeno in crescita, secondo 7 Italiani su 10, è quello del bullismo. Addirittura, quasi la metà degli intervistati (45%) pensa che si sia verificato un incremento del fenomeno proprio a causa della grande cassa di risonanza fornita dai social media. Inoltre, un ulteriore 26% crede che la crescita sia dovuta al costante clima di incitamento all’odio e alla discriminazione presente sui media. Per 1 italiano su 4, invece, il bullismo è sempre stato presente e non ci sono differenze sostanziali rispetto al passato, se non un incremento delle denunce.
La legge che istituisce le unioni civili per le coppie formate da persone dello stesso sesso, approvata a maggio 2016 dal Parlamento, è considerata come un passo di civiltà per 1 italiano su 2, che vede un reale cambiamento nei diritti delle persone omosessuali negli ultimi anni. L’86% degli italiani pensa che le persone omosessuali debbano avere gli stessi diritti degli altri, dato in aumento rispetto al 72% di una ricerca pubblicata nel 2016 Rapporto ILGA (The International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), sviluppato tra dicembre 2015 e gennaio 2016 e pubblicato a ottobre 2016. Ma per le coppie omosessuali c’è ancora tanto da fare e questo viene confermato da 1 italiano su 5 per cui, nonostante i progressi fatti, le coppie omosessuali sono ancora vittime di omofobia.