Coronavirus: la mappa differenziata dei test sierologici.
Pazienti, costi e strutture variano da regione a regione.
La circolare del Ministero chiarisce che non vi è alcuna patente d’immunità. In queste ore è forte il confronto su come affrontare la ripartenza grazie al supporto dei test sierologici, che da una analisi attenta presenta dubbi, criticità, ma soprattutto disparità in relazione a tali esami.
Emerge, da una circolare del Ministero della Salute, che: «I test sierologici […] non possono, allo stato attuale, sostituire i tamponi nasofaringei», dal momento che: “L’assenza di rilevamento di anticorpi […] non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e il relativo rischio di contagiosità”. Nessuna patente di immunità, quindi: i test consisterebbero secondo tale interpretazione solo in un aiuto in più per tracciare il contagio, ma non fornirebbero alcuna certezza in termini di sicurezza. I test saranno utili e fondamentali per stimare la diffusione dell’infezione e definire il tasso di letalità della stessa.
Le regioni, intanto, stanno predisponendo l’avvio dei test, tanto che il Governo valuta, secondo noi molto opportunamente, l’ipotesi di indicare dei massimali dei costi per evitare fenomeni speculativi già noti e diffusi in questo periodo.
Ogni regione si sta muovendo in maniera differente, con tempi, procedure e costi estremamente diversi tra loro.
C’è chi affianca lo screening pubblico a quello privato, c’è chi si concentra su determinate professioni, a partire da operatori sanitari, forze dell’ordine e volontari del 118, c’è chi apre la possibilità di effettuare il test privatamente anche ai singoli cittadini, previa autorizzazione del medico curante.
Rimane l’obbligo, in ogni caso, qualora l’esito risulti positivo, di effettuare il tampone (anche qui, ogni regione ha disposto diversamente, in alcuni casi si attiva il servizio pubblico, in altri il tampone rimane a carico del privato).Una parentesi a parte meritano i costi: in Emilia Romagna il costo di riferimento sia per il test rapido sia per l’esame del sangue è di 25,00 Euro, nel Lazio è di 45,00 Euro, i costi variano complessivamente tra i 25,00 e i 50,00 Euro.
Per l’ennesima volta anche la diagnosi sierologica, si trasforma nell’intollerabile storia di disparità e disuguaglianza all’interno del Paese, con un’unica certezza: tutte queste disposizioni non faranno altro che confondere ulteriormente i cittadini e creano differenze nelle modalità per affrontare un’emergenza che, a nostro avviso, richiede procedure, mezzi, risorse e strumentazioni uguali e adeguate a tutti e in tutte le parti del Paese.