Calcio.
Gli appassionati di calcio penalizzati dalle nuove disposizioni sui diritti tv. Aggravi diretti ed indiretti a carico dei tifosi, a partire da +9,90 Euro al mese.
Ha preso il via il campionato di calcio della Serie A, con un’amara sorpresa per gli sportivi di tutta Italia: le vecchie piattaforme che garantivano la visione degli eventi sportivi non sono più sufficienti alla fruizione di tutte le partite!
Nei primi mesi dell’estate la Lega Calcio ha approvato i tre pacchetti sportivi che non possono essere trasmessi da un unico operatore televisivo.
In particolare, per quanto riguarda i diritti Tv per gli anni 2018 – 2021, la volontà della Lega di serie A è stata quella di prediligere un bando per prodotti e non per piattaforme: una scelta che non tiene conto, quindi, della suddivisione per squadre.
Alla luce delle nuove disposizioni, la piattaforma Sky si è aggiudicata il maggior numero di partite della Serie A (7 su 10), agli altri operatori sono rimaste le restanti partite.
Tra tali operatori ha fatto capolino una realtà nuova sul panorama italiano: DAZN, operatore che trasmette solo in streaming via internet.
Quello che, però, in tale assegnazione ci sembra sia stato del tutto trascurato è l’aspetto relativo alla fruizione da parte degli utenti. Mentre prima, con Sky o Mediaset Premium, con un unico abbonamento, il cittadino poteva vedere tutte le partite di calcio, oggi, vi è l’obbligo di sottoscrivere due abbonamenti, con Sky e con DAZN (mentre i clienti di Mediaset Premium potranno accedere ai contenuti di DAZN).
Ma non bisogna considerare solo i costi diretti del doppio abbonamento (per vedere tutte le partite di Serie A il costo base ammonta a circa 39,80 Euro al mese, a fronte dei 29,90 dello scorso anno), ad essi vanno aggiunti i costi di una connessione ad Internet veloce, per poter usufruire al meglio del servizio.
Una strategia che, a nostro avviso, risulta estremamente lesiva dei diritti dei consumatori, che al posto di essere favoriti da una maggiore concorrenza sono, ancora una volta, penalizzati.
È assurdo, che chi non può sostenere il costo dell’abbonamento sia completamente escluso dalla fruizione degli eventi sportivi della Serie A. Per questo ci uniamo alla voce dell’Usigrai e del Cdr di Rai Sport nel rivendicare un ruolo da protagonista del Servizio Pubblico in questo settore.