Obbligo di origine in etichetta
Etichetta, arriva obbligo di origine per conserve e derivati del pomodoro
Arriva l’obbligo di origine in etichetta per il pomodoro. Sughi, conserve e salse dovranno indicare in etichetta il paese di coltivazione e quello di trasformazione del pomodoro. Solo se tutte le operazioni avvengono in Italia si potrà scrivere in etichetta: “Origine del pomodoro: Italia. Il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno firmato il decreto interministeriale per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine dei derivati del pomodoro.
I provvedimenti, spiega il Mipaaf, introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso. Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Nel dettaglio, il decreto prevede che i derivati del pomodoro, i sughi e le salse prodotte in Italia dovranno indicare obbligatoriamente in etichetta: il Paese di coltivazione del pomodoro (nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato) e il Paese di trasformazione del pomodoro (nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato). Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.
“Le indicazioni sull’origine – spiega il Mipaaf – dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili”. Le aziende avranno il tempo di adeguarsi al sistema e di smaltire le etichette e le confezioni già prodotte.
Il tema della trasparenza delle informazioni al consumatore è un punto cruciale.
Si tratta di una misura che incontra il favore di agricoltori e industriali, oltre a rispondere a quell’82% di cittadini che considera importante conoscere l’origine delle materie prime soprattutto per la sicurezza alimentare