Pay tv
Pay tv: i mesi diventano 13, così Sky guadagna 200 milioni in più
Duecento milioni di euro in più ogni anno senza offrire mezzo servizio aggiuntivo. Merito della magia che, attraverso la fatturazione ogni 28 giorni invece che ogni 30, fa crescere da 12 a 13 i mesi che compongono un anno. La cifra, questa volta, riguarda Sky, se nessuno o quasi dei 4,7 milioni di clienti della tv satellitare targata Murdoch esercitasse il diritto di recesso senza penali.
Cosa possono fare i clienti che non vogliono accettare? Possono disdire il proprio contratto entro il prossimo 30 settembre senza costi e penali. Lo dovranno fare inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno all’indirizzo Sky, Casella Postale 13057 Milano. Da sottolineare che la causale indicata deve essere “Modifica delle condizioni contrattuali”.
Difficile però pensare a un esodo di massa, soprattutto ora che Sky si è portata a casa, per il periodo 2018-2021, i diritti per la Champions League pagandoli l’esorbitante cifra di 800 milioni di euro.
Una “rivoluzione” avviata dagli operatori telefonici mobili, Vodafone, Wind, Fastweb e Tim, che per aumentare gli introiti, l’hanno estesa anche a linee fisse e Adsl.
Su questo problema su indicazione delle Associazioni dei Consumatori si è mossa l’AGCOM, l’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, che fin dal marzo scorso aveva imposto una retromarcia per tutti i servizi non compresi tra quelli mobili. Novanta giorni di tempo per farlo, purtroppo a tutt’oggi non è accaduto nulla (lo stesso vale per il recupero di Tim della fatturazione trimestrale, che rende più complesso tenere traccia delle singole voci di costo). E così, per adesso, non viene intaccato un incremento degli introiti telefonici dell’8,6%
Non vorremmo che per il futuro questa” chiamiamola rivoluzione economica” a danno dei consumatori, possa estendersi a fornitori di luce elettrica, gas e acqua entro il 2019 grazie ai processi di liberalizzazione del mercato.