Confcommercio: meno 1,9% per consumi alimentari
C’è sempre meno spesa alimentare nei consumi degli italiani. Fra il 2015 e il 2016 i consumi di alimentari, bevande e tabacchi sono diminuiti dell’1,9%, proseguendo una tendenza che ormai va avanti da diversi anni. È questo il dato che spicca su tutti quando si va a guardare l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) di dicembre.
La ripresa è ancora lenta, dice Confcommercio presentando gli ultimi dati sui consumi. Su base mensile, l’ICC a dicembre aumenta dello 0,3% rispetto a novembre, mentre l’aumento su base annuale è dello 0,5%. “Nel complesso del 2016 – dice Confcommercio – l’indicatore è aumentato dello 0,5%, meno del 2015, a causa di progressi meno rilevanti tanto dei beni quanto dei servizi”. Su base mensile, l’aumento dello 0,3% è il risultato di un aumento sia della domanda relativa ai beni, cresciuta dello 0,3%, sia della componente relativa ai servizi (+0,1%). Nelle singole aree di spesa l’unico aumento significativo ha riguardato i beni e servizi per la mobilità (+1,2%), che hanno confermato il trend positivo grazie al recupero della domanda di auto e moto da parte dei privati. In contenuto miglioramento la spesa per i beni e servizi per la casa (+0,3%), per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%), per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,1%).
È però l’andamento annuale quello che più colpisce. L’aumento dello 0,5% riflette la crescita della domanda di servizi (+1,9%) a cui ha corrisposto un calo dello 0,2% della spesa per i beni. Gli aumenti maggiori riguardano la spesa per i beni e i servizi per le comunicazioni (+2,5%), per i beni e di servizi per la mobilità (+2,4%) e per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+2,3%). Beni e servizi per la cura della persona, beni e servizi ricreativi e per la casa sono tutti in leggero miglioramento, mentre c’è una riduzione significativa dei consumi – sempre su base annua – dell’1,9% per alimentari, bevande e tabacchi. Da segnalare anche la flessione dello 0,8% per abbigliamento e calzature.
Dato che sono spese obbligate, verifichiamo purtroppo che si tratta di un vero e proprio tracollo che indica la difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese Inoltre, cosa ancora più grave, è un peggioramento rispetto al 2015, quando i consumi alimentari erano rimasti stabili, interrompendo una discesa che durava ininterrottamente dal 2007.
È da quella data, dal lontano 2007 che gli italiani mangiano di meno:
-1,1% nel 2014, -3,8% nel 2013, -3% nel 2012, -1,8% nel 2011, -0,7% nel 2010, -3,1% nel 2009, -3,3% nel 2008, -1,4% nel 2007.