Farmaci introvabili
Sono farmaci contro patologie come il morbo di Parkinson, le malattie respiratorie gravi, l’epilessia, l’artrite reumatoide, il mal di testa, il colesterolo o i tumori. La lista, lunga 97 pagine, l’ha pubblicata soltanto pochi giorni fa, il 29 febbraio scorso, l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), è contiene i circa 1.200 medicinali introvabili o quasi perché non più prodotti o a causa di forniture carenti, perché sono distribuiti male o perché non fanno guadagnare abbastanza alle cause farmaceutiche.
Ecco così che malati gravi, non di rado cronici, devono girare per il Paese alla ricerca del farmaco necessario o ricercare i prodotti all’estero, verso quelle nazioni che, grazie alla legge sulla libera circolazione delle merci, riescono venderlo a un prezzo più profittevole per tutta la rete distributiva, dal farmacista al produttore.
Negli ultimi 3 anni, la situazione si è fortemente aggravata, come sottolineano sia l’Aifa che il ministero della Salute, senza che nessun operatore della catena del farmaco abbia trovato una soluzione o anche solo una strada per migliorare la condizione dei malati, gli unici a pagare in questa situazione.
I prodotti “scomparsi” comprendono farmaci contro l’epilessia come il Keppra e il Vimpat. Il Rytmonorm, contro le aritmie cardiache, tocca andare a procurarselo in Svizzera mentre il Crestor, che riduce gli altri livelli di colesterolo e che viene assunto da un milione e mezzo di persone, rende di più sugli scaffali delle farmacie straniere
Ma i problemi iniziano a verificarsi anche per gli ospedali, dove per esempio il Requip, somministrato ai pazienti con il Parkinson, si profilano difficoltà anche perché ormai i malati esterni lo cercano nelle corsie dei reparti specialistici, non riuscendo a trovarlo altrove.