Cambio Lira/Euro
Dopo le speranze accese dalla Corte Costituzionale, che aveva dichiarato illegittimo lo stop anticipato al cambio lira-euro deciso dal governo Monti, su chi aveva ancora nel cassetto banconote del vecchio conio arriva la doccia fredda. Bankitalia fa infatti sapere che convertirà il denaro soltanto a chi ha citato in giudizio la banca stessa oppure ha presentato istanza entro il 28 febbraio 2012: in pratica, a un’esigua minoranza.
La sentenza della Consulta – Facciamo un passo indietro: un decreto legge aveva anticipato al dicembre 2011 la prescrizione della lira originariamente fissata al 28 febbraio 2012. Motivato con l’esigenza inderogabile di ridurre il debito pubblico, il decreto mandava definitivamente in pensione la vecchia valuta a favore dell’erario, con decorrenza immediata. I giudici della Corte Costituzionale hanno però bocciato quella norma: i risparmiatori erano infatti legittimati a pensare di avere ancora tre mesi di tempo per il cambio.
Visto che la sentenza della Corte ha di fatto cancellato la norma, la logica conseguenza sarebbe stata la riapertura di una “finestra” di tre mesi per convertire le vecchie lire. Eppure, così non è stato: la Banca d’Italia ha fatto sapere di aver avviato le consultazioni con il ministero dell’Economia, ma senza dare il via libera al cambio. La mancata conversione, nel 2011, si è tradotta in un tesoretto pari a “ 1,2 miliardi di euro “ finito dritto nelle casse pubbliche: un regalo insperato, al quale adesso lo Stato fa fatica però a rinunciare.
In un documento cosi detto “informale “inviato alle associazioni dei consumatori, Bankitalia comunica ora come intende procedere. Le vecchie lire – spiega – saranno convertibili soltanto in due casi: se è stato avviato entro il febbraio 2012 un giudizio volto a ottenere la condanna della Banca stessa a dar seguito all’istanza di conversione (e purché l’eventuale sentenza sfavorevole non sia passata in giudicato), oppure se la conversione è stata chiesta con un’istanza formale, sempre entro lo stesso termine, con tanto di importo esatto specificato. Il problema è che pochissimi risparmiatori “ritardatari”, al tempo, hanno percorso una di queste due strade. I più, rassegnati, si sono limitati a tenersi in casa il loro gruzzoletto, convinti di non poterlo più trasformare in valuta corrente. Per loro, la decisione di via Nazionale suona come una beffa.
Come Federconsumatori, continueremo a dare battaglia, stiamo verificando la possibilità di azioni legali ! dopo il caso di azionisti e obbligazionisti danneggiati dal decreto Salva-banche, questa impostazione di Bankitalia di concerto con il Ministero dell’economia farà giustamente nascere un’altra profonda sfiducia da parte dei cittadini nei confronti sia della politica che di Bankitalia ! se per i singoli risparmiatori le somme in gioco relative al mancato cambio lira/euro sono in media inferiori alla truffa delle ormai tristemente famose quattro Banche ,il conto finale per lo Stato potrebbe essere piuttosto salato.