MERCATO ENERGIA.
Sarà discusso questa settimana nelle commissioni Finanza e Attività Produttive della Camera dei Deputati il Disegno di legge Concorrenza, con il quale sarà abolito il mercato tutelato dell’Energia Elettrica costringendo i consumatori a passare al libero mercato. Un provvedimento che in teoria dovrebbe portare dei risparmi nelle tasche dei consumatori, ma che preoccupa invece le associazioni di utenti, perché potrebbe avere esiti opposti, vale a dire bollette più salate.
Oggi il mercato dell’energia e del gas è diviso tra il tutelato (la maggior parte dei clienti ha un contratto le cui tariffe sono decise dall’Autorità Garante per l’energia), e mercato libero, quello in cui gli utenti aderiscono alle offerte dei singoli fornitori, che seguono le fluttuazioni del mercato delle materie prime. Già dal 2003 (per il Gas) al 2007 (per l’Energia elettrica) esiste la possibilità per i consumatori di passare al libero mercato, ma il 67% degli utenti ha preferito rimanere nel mercato protetto, e tra chi aveva fatto la scelta opposta, ma uno su cinque è tornato indietro, perché si è ritrovato a dovere pagare bollette più alte. Ma con il Ddl il mercato tutelato sparirà completamente, e ciascun utente dovrà scegliere di aderire al contratto che gli sembrerà più conveniente. Il passaggio dovrebbe avvenire il 1 gennaio del 2018, ma i modi sono ancora in via di definizione nel testo, e hanno fatto sorgere più di un dubbio tra le associazioni dei consumatori.
Da notare che alla base della Riforma c’è la logica in base alla quale maggiore è il consumo di energia e maggiore sarà il risparmio. La Riforma, quindi, incoraggia il consumo di energia elettrica prelevata dalla rete, ancora prevalentemente prodotta da fonte non rinnovabile, disincentiva ogni forma di risparmio, aumenta i costi in modo particolare per le fasce deboli della popolazione. Con tale Riforma, secondo le Associazioni dei consumatori, l’Autorità propone in sostanza di eliminare ogni incentivo all’efficienza energetica, di aumentare i costi energetici per la maggior parte degli utenti, di incentivare l’utilizzo dell’energia elettrica dalla rete che, nonostante la grande crescita delle rinnovabili di questi ultimi anni, è ancora per la maggior parte prodotta da fonti fossili e inquinanti nelle grandi centrali termoelettriche.
A destare l’attenzione delle associazioni dei consumatori sono anche due emendamenti in via di discussione nella X Commissione Attività Produttive e nella V Commissione Finanze della Camera, inadeguati a tutelare gli interessi delle famiglie italiane e a evitare possibili aumenti dei prezzi dell’elettricità e del gas. Il primo di questi prevede che alla scadenza dell’1 gennaio 2018 il Ministero dello Sviluppo Economico, alla luce di un Rapporto presentato dall’Autorità per l’energia, possa dichiarare superato il mercato tutelato oppure prorogarne l’efficacia qualora uno o più requisiti non siano soddisfatti. Bisognerebbe però ribaltare il principio e prevedere che, in assenza del provvedimento del Ministero, la scadenza del 1 gennaio 2018 venga automaticamente prorogata di altri 6 mesi, e così eventualmente di seguito per i semestri successivi. Altrimenti è evidente il grosso imbroglio a danno dei consumatori che vedrebbero sancita la fine del mercato tutelato anche in assenza del soddisfacimento dei requisiti previsti. La seconda incongruenza riguarda la posizione dei clienti del mercato tutelato che all’1 gennaio 2018 (o nei periodi successivi) non avessero fatto la scelta di un nuovo fornitore sul mercato libero. Questa eventualità non è prevista nella proposta emendativa dei relatori e poiché alla data prevista per la fine del mercato tutelato, molti clienti domestici non avranno scelto un nuovo fornitore, si deve intuire che resteranno clienti delle Società dei Distributori che hanno gestito il mercato tutelato. In questo caso, come abbiamo già denunciato come associazioni dei consumatori, anziché liberalizzare il mercato Retail, si ritornerebbe a un mercato pressoché monopolistico (quale quello antecedente la liberalizzazione), perché ENEL ed ENI, rispettivamente nel mercato dell’elettricità e in quello del gas, controllano fra il 70 e l’80% dei clienti. In questa situazione appare difficile pensare a una riduzione dei prezzi dell’energia per le famiglie. Per ovviare a questa prospettiva si dovrebbe prevedere che il mercato tutelato rimanga in vigore per tutti i clienti domestici, fino a quando questi non avranno scelto il fornitore nel mercato libero; oppure, in alternativa che sia dato mandato all’Autorità per l’energia di indire un’asta competitiva internazionale, per assegnare i clienti che non hanno scelto un fornitore sul mercato libero alle Società di Vendita, che parteciperanno all’asta.