Prodotti alimentari, Commissione allerta prezzi lancia il monitoraggio dei costi sulla filiera
La Commissione di allerta prezzi riunita al Mimit ha lanciato un progetto di monitoraggio sulla formazione dei prezzi lungo la filiera agroalimentare che riguarderà diversi prodotti. I Consumatori: dal 2019 rincari astronomici sui prodotti alimentari. Olio d’oliva +81,1%, pasta 35,6%, uova +25,7%.
Un progetto di monitoraggio dei prezzi che riguarda la filiera di prodotti alimentari quali riso, pasta, olio, frutta. Con l’obiettivo di garantire ai consumatori la trasparenza sui costi di prodotti fondamentali che hanno un impatto notevole sui budget delle famiglie. Si è riunita ieri al Mimit, il Ministero delle imprese e del Made in Italy, la Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi.
Al centro della riunione la presentazione del progetto, realizzato in collaborazione con ISMEA, Unioncamere-BMTI e ISTAT, che mira ad analizzare la formazione dei prezzi lungo la filiera agroalimentare indicando l’andamento dei fattori di costo (origine, ingrosso e dettaglio) di alcuni prodotti. Le filiere prese in esame sono riso e cereali, lattiero casearia e uova, oli e grassi, frutta e verdura. La novità del progetto, che secondo il Mimit “rappresenta l’inizio di un percorso virtuoso”, consiste nell’estensione del monitoraggio dei prezzi anche ai costi di produzione di pasta, olio di oliva, latte, mele, uova, passata di pomodoro.
Alla riunione erano presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il garante per la Sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, il sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci, il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, i rappresentanti dei consumatori e delle associazioni di categoria coinvolte: settore agricolo, cooperative, industria, artigianato, distribuzione, commercio.
«Per avere a disposizione strumenti di monitoraggio sempre più completi, gli uffici del Mimit hanno avviato un’analisi volta a individuare le dinamiche dei prezzi dei fattori della produzione, con specifico riferimento a materiali utilizzati per il packaging, come carta e vetro, nonché i beni energetici. Il monitoraggio riguarda le filiere relative a una serie di prodotti alimentari fondamentali che hanno un particolare impatto per i bilanci delle famiglie e su cui abbiamo ritenuto di dover accelerare – ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – L’obiettivo è quello di disporre di elementi utili per provare a individuare dove originano le tensioni, così da poter anticipare tempi e intensità dei rialzi dei prezzi al consumo o, in caso di dinamiche ribassiste all’origine o all’ingrosso, di aspettarsi delle visibili riduzioni delle dinamiche inflattive. Uno strumento di orientamento utile affinché sia garantita la trasparenza sui fattori di costo lungo tutta la filiera a vantaggio del consumatore».
I Consumatori, dal canto loro, sottolineano i “rincari astronomici” che si sono abbattuti sui prodotti alimentari dal 2019 a oggi.
Alla riunione hanno preso parte Adoc, Assoutenti e Federconsumatori, in rappresentanza delle associazioni del CNCU.
E hanno sottolineato, a fronte dei dati sull’andamento dei prezzi, che i prodotti alimentari negli ultimi anni hanno subito forti aumenti “solo in minima parte giustificati dagli andamenti dei costi della materia prima, degli imballaggi e delle lavorazioni”, mentre i prezzi di energia e carburanti, che hanno inciso molto, non causano l’effetto inverso quando diminuiscono.
“Nel medio-lungo periodo, anche quando gli incrementi dei costi delle materie prime e dei costi di produzione si sono arrestati, i prezzi al consumo sono rimasti, nella migliore delle ipotesi, stabili, ma in molti casi hanno continuato la loro corsa al rialzo”, denunciano i consumatori.
Il risultato sono rincari astronomici sui prodotti alimentari di base. Nel periodo febbraio 2019/febbraio 2024, i prezzi al dettaglio dell’olio extravergine d’oliva sono rincarati in Italia dell’81,1%, la pasta secca è aumentata del 35,6%, le uova del 25,7%, la passata di pomodoro del 41,9%, le mele del 21,1% e il latte fresco del 21,5%.
I prezzi dei prodotti non sono tornati ai livelli precedente quando i fattori di crisi sui listini si sono attenuati.
Per il presidente Federconsumatori Michele Carrus questa tendenza, mentre redditi e pensioni sono fermi, «non ha fatto altro che determinare un progressivo impoverimento delle famiglie, una contrazione del loro potere di acquisto, un aumento delle rinunce e dei sacrifici sul fronte dei consumi, arrivando ad intaccare settori fondamentali quali la salute, oltre che causare danni alla crescita economica complessiva e al mercato interno».
Anna Rea, presidente Adoc, sottolinea l’importanza di «adottare misure strutturali di riduzione dei prezzi dei beni energetici e dei carburanti, che condizionano i costi di produzione e di distribuzione delle merci». I prezzi, aggiunge il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso, devono scendere perché «la mancata riduzione configura una intollerabile speculazione a danno delle famiglie, trattandosi di beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno. Per questo, nel ringraziare il Garante dei prezzi per il lavoro svolto sulla trasparenza della filiera, ribadiamo la necessità di istituire Osservatori territoriali anti-inflazione presso tutte le Prefetture, con il compito sia di monitorare in tempo reale l’andamento dei listini sia di segnalare con immediatezza anomalie e criticità».