Osservazioni Federconsumatori al documento per la consultazione n. 388/2023/R/tlr “Orientamenti per la definizione del metodo tariffario per il servizio di teleriscaldamento”

L’incremento del costo del gas, verificatosi nel corso dell’anno 2022, ha acceso un faro sul metodo tariffario del teleriscaldamento. In diverse zone del nostro Paese gli utenti e le associazioni dei consumatori, tra cui la Federconsumatori – APS, hanno aperto tavoli di confronto, anche aspro in alcuni casi, con le società di gestione del servizio e con gli enti locali.

Tali scambi hanno prodotto diversi risultati, in termini di agevolazioni temporanee e bonus per gli utenti che si trovano in condizioni economiche svantaggiate ma, in nessun caso (eccezion fatta per Hera sul territorio di Ferrara), è stato modificato il metodo del calcolo tariffario.

L’indagine conoscitiva realizzata da ARERA ha fotografato un quadro di fortissimo sbilanciamento tra gli interessi degli utenti e delle società di gestione, a tutto favore di queste ultime.

 

 

Per Federconsumatori è opportuno muovere dai seguenti assunti:

1) il servizio di teleriscaldamento priva l’utente della possibilità di effettuare scelte alternative e quindi questo è particolarmente debole e merita una tutela rafforzata;

2) per contro, le società di gestione godono di una posizione di monopolio dove il rischio d’impresa (in particolare quello di perdere clienti), è quasi azzerato.

 

Sono due gli elementi che, a parere della scrivente, ARERA deve assolutamente considerare nella definizione del metodo tariffario.

 

Il punto nodale per Federconsumatori è quello di prevedere l’adozione per la generalità degli utenti di un sistema tariffario “cost reflective” in grado di assicurare tutele e garanzie idonee per far fronte alle spese sostenute dal gestore: per fare ciò, è necessario un forte ruolo di indirizzo e controllo, oltreché sanzionatorio da parte di ARERA. L’asseverazione dei costi non può assolutamente essere lasciata alla discrezionalità delle aziende. È necessario che ARERA definisca, per tutti e per tutte le casistiche, costi standard.

Il modello, come implicitamente sostenuto nel documento di consultazione, può essere quello del sistema tariffario dei rifiuti e dell’idrico.

Anche per quanto riguarda gli investimenti, tema toccato nel documento in consultazione, occorre prevedere delle regole che non lascino il gestore libero di fare investimenti gonfiati e senza controllo con la garanzia di poterli di scaricare direttamente in tariffa.

Anche il tema della remunerazione del capitale investito è un tema critico: nello stabilirne la misura vanno tenuti in considerazione gli assunti 1) e 2) sopra citati.

 

Gli impianti di teleriscaldamento utilizzano, in percentuale variabile, gas metano. Attualmente per il gas metano le aziende, in generale, applicano agli utenti le tariffe del servizio di maggior tutela. Come noto, a partire dal 2024 la tariffa del servizio di maggior tutela rimarrà opzionale solo per i clienti vulnerabili.

Nel teleriscaldamento non sembrerebbero esserci alternative a una applicazione generalizzata della tariffa di maggior tutela; aggiungiamo che, proprio in ragione del fatto che l’utente “non ha

 

alternative” e che l’utilizzo del gas è contrario a tutti gli obiettivi di decarbonizzazione (in particolare per gli impianti che lo utilizzano al 100% o in misura nettamente prevalente), il margine delle aziende sulla componente gas andrebbe ulteriormente ristretto.

 

Non ci possono essere dubbi, partendo dalle conclusioni dell’indagine conoscitiva, che il risultato finale deve produrre una sensibile riduzione delle tariffe per gli utenti, un esito diverso non avrebbe senso e smentirebbe le premesse.

Sarebbe utile, prima della pubblicazione della Delibera in materia, poter ottenere delle simulazioni sulle nuove tariffe, prodotte sulla base delle scelte che ARERA si accingerà a fare. Tale richiesta è necessaria per poter coerentemente valutare formule e aspetti tecnici e per verificare direttamente i conti dei gestori: il nostro giudizio sulle scelte finali non può prescindere dalla stima degli effetti concreti che si producono in capo agli utenti.

Si chiede inoltre, prima dell’adozione della Delibera, l’apertura di un confronto con le associazioni dei consumatori riconosciute, che fino ad ora è mancato. A luglio, infatti, sono state audite le sole aziende.

 

Un altro punto che va affrontato e sanato, riguarda il diritto per gli utenti del teleriscaldamento al riconoscimento del bonus energia.