Coop: entro Natale un consumatore su 3 potrebbe non coprire più le spese per gas e luce.
Secondo il Rapporto Coop 2022, il 57% degli italiani dichiara di essere in difficoltà a pagare l’affitto; il 41% si dichiara già molto attento ad accendere le luci il meno possibile
Pandemia, crisi climatica, guerra, inflazione: il sommarsi simultaneo di una serie di eventi ha innescato nei primi mesi del 2022 una tempesta perfetta. Cresce la povertà alimentare, il commercio internazionale decresce e l’emergenza climatica è ormai drammatica quotidianità. Questo l’allarme lanciato dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), che ha presentato l’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2022 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”.
Secondo quanto emerso , l’Italia vede un inevitabile peggioramento delle sue previsioni di crescita, che si attestano a +3,2% per il 2022 e +1,3% per il 2023. 2.300 euro è la perdita media del potere d’acquisto delle famiglie italiane stimata per l’anno in corso.
Nel rapporto tra costo della vita e stipendi medi, l’Italia è il fanalino di coda tra le principali economie europee . Un occupato su 5 tra coloro che hanno contratti part time è oggi a rischio povertà (era uno su sei nel 2010) e un dipendente su 10 full-time corre lo stesso rischio. Sono 900 mila, in Italia, i lavoratori che guadagnano meno di 1.000 euro al mese, il doppio rispetto a 15 anni fa.
Quali sono le maggiori preoccupazioni dei cittadini? Secondo l’indagine gli italiani pongono al primo posto l’emergenza generata dalla crisi climatica. Il 38% ritiene che il prossimo accadimento epocale sarà proprio da questa derivante, il 56% ritiene che questa emergenza debba avere la massima priorità a livello nazionale e internazionale ed è ancora la preoccupazione ambientale ad avere il maggiore impatto sul loro stato d’animo; lo afferma il 39%.
I temi ambientali arrivano, dunque, prima della temuta inflazione (almeno per il momento). Mentre il dilemma della bolletta pesa come un macigno sulle famiglie già a corto d’ossigeno – osserva l’indagine. Il 57% dichiara già oggi la difficoltà di pagare l’affitto e il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento.
Restringendo il campo a luce e gas, un consumatore su 3, entro Natale, potrebbe non coprire più le spese per le utenze. Infatti il 41% si dichiara già molto attento ad accendere le luci il meno possibile, il 30% è già consapevole di dover ridurre il riscaldamento domestico e molti consumatori si sono abituati ad un uso razionale degli elettrodomestici.
La tempesta perfetta, infine, non poteva risparmiare la filiera del cibo, dove l’inflazione picchia ancora più duramente, seppur meno che in altri Paesi europei (da noi un +10%, a fronte del +13,7% della Germania). Negli stessi Paesi – osserva l’indagine – già si registrano i primi cali nei volumi di vendita, che la calda e lunga estate italiana ha per il momento frenato, complici le temperature e il turismo. Sono 24 milioni e mezzo gli italiani che, nonostante l’aumento dei prezzi, non sono disposti a scendere a compromessi nelle loro scelte alimentari e nei prossimi mesi prevedono di diminuire la quantità ma non la qualità del loro cibo.
Ritorna anche il cooking time sperimentato in lockdown; si passa più tempo nella preparazione dei pasti, ci si impegna a sperimentare nuovi piatti. Al tempo stesso il cibo a cui non si intende rinunciare pare essere soprattutto quello più sobrio e basico. In calo il cibo gourmet, il ready to eat, il biologico e l’etnico.
Mentre – osserva ancora l’indagine – si profila per la grande distribuzione italiana un futuro denso di incognite, schiacciata da un lato dall’incremento dei prezzi e dal caro energia e dall’altro dalla necessità di attutire l’impatto dei prezzi sui portafogli delle famiglie.