Inflazione vola al 5,7%, i prezzi cresceranno ancora con la guerra.
A febbraio, l’inflazione vola al 5,7%, mai così alta dal 1995.
Rincara il carrello della spesa, con la crescita dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa, della persona e dei prodotti ad alta frequenza di acquisto che vanno sopra il 4%.
Le tensioni inflazionistiche, si propagano ora anche agli alimentari.
Secondo le stime preliminari dell’Istat, a febbraio 2022, l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (da +4,8% del mese
precedente).
Accelerano, sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2% di gennaio a +4,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,3% a +5,4%).
L’accelerazione dell’inflazione, su base annuale, dipende soprattutto dai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%), in particolare da quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%), e in misura minore dai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +2,2% a +3,2%) sia non lavorati (da +5,3% a +6,9%).
I prezzi dei Beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,4%; era +94,6% a gennaio).
A febbraio, per l’ottavo mese consecutivo, l’inflazione accelera, raggiungendo un livello (+5,7%) che non si registrava da novembre 1995, commenta l’Istat, che evidenzia il peso dei prezzi dei
beni energetici.
Allo stesso tempo, riconosce che, «le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai Beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei
prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”.
L’inflazione della componente di fondo, (al netto di energetici e alimentari freschi) sale, portandosi a +1,7%».
Da giugno a febbraio, in appena 8 mesi, l’inflazione è passata da +1,3% a +5,7, più che quadruplicata.
Le conseguenze sulle famiglie sono sempre più pesanti.
Si tratta, di un aumento allarmante per i consumatori, che rischia di aggravarsi ancora nelle prossime settimane, a causa delle ripercussioni della guerra Russia-Ucraina.
Sono a rischio, i prezzi di pasta, pane, dolci, benzina e non solo.
Per la pasta, già si prevedono rincari del 30%.
I rialzi nei costi delle materie prime, sono stati segnalati da subito, dall’inizio del conflitto.
Preoccupante, è l’aumento degli alimentari, beni indispensabili di cui le famiglie non possono fare a meno.
Il comparto dei prodotti alimentari, registra infatti a febbraio una impennata del +4,9%, il che equivale a dire che una famiglia, solo per mangiare, si ritrova a spendere in media circa 400 euro in più all’anno.