A 8 mesi in ospedale per omogeneizzato scaduto. Fino a 40mila euro di sanzione al venditore.
Ad appena 8 mesi un bimbo di Trento è finito in ospedale per avere mangiato un omogeneizzato al formaggio scaduto nel 2019. La vicenda, raccontata dai genitori del bambino al Corriere del Veneto, è inquietante, se è vero che l’alimento era stato appena acquistato in un supermercato. In questi casi, peraltro, il venditore rischia una sanzione fino a 40mila euro.
Il grave episodio accaduto a Trento è raccontato dai genitori del bambino. Subito dopo avere mangiato parte del vasetto di omogeneizzato, il bimbo ha cominciato a stare male. Vomito, diarrea, pianti e qualche puntino rosso sulla pelle. Soltanto il giorno successivo all’ingestione dell’alimento ultra vecchio, i genitori hanno scoperto sul vasetto rimasto colmo per metà che la scadenza stampigliata sul coperchio era fissata a due anni fa: 31 luglio 2019.
Il gestore del supermercato che avrebbe venduto l’alimento scaduto ha assicurato che nel punto vendita vengono quotidianamente controllati gli scaffali proprio per evitare la vendita di prodotti irregolari. Sarà la procura ad accertare i fatti, visto che la famiglia della piccola vittima ha sporto denuncia.
Sebbene ancora debilitato dalla tossinfezione, il bambino sembra fuori pericolo. Ora si apre la fase degli accertamenti a carico del venditore.
La data entro la quale un alimento confezionato può essere venduto e consumato (shelf life) si distingue in scadenza e TMC (Termine Minimo di Conservazione). In etichetta, rispettivamente, ‘Da consumare entro o ‘Da consumare preferibilmente entro.
La scadenza è perentoria. Viene infatti applicata su alimenti soggetti a una deperibilità microbiologica capace di produrre un pericolo immediato per la salute umana. La vendita di un alimento scaduto è punita con una sanzione amministrativa compresa tra 5mila e 40mila euro (d.lgs. 231/17). In casi gravi, se il fatto costituisce reato, si configura anche una responsabilità penale.
Il superamento del TMC (Termine Minimo di Conservazione), invece, non pone rischi sanitari. È il caso dei biscotti che perdono fragranza, per esempio, ma rimangono sicuri da consumare.
Per questo, l’operatore che venda alimenti sforandone il TMC non è sanzionato.