Dall’8 dicembre, l’iniziativa premierà chi paga senza contanti
Il 2021 si presenta come un anno dedicato alla lotta contro l’evasione fiscale. Il programma cashback e la lotteria degli scontrini, previsti dal Governo, hanno proprio lo scopo di stimolare sia i cittadini che gli esercenti a combattere l’evasione fiscale, mettendo a disposizione dei “premi” per entrambe le parti.
Per poter partecipare alle due iniziative, è necessario essere maggiorenni, essere residenti in Italia, ed effettuare acquisti “fuori dall’esercizio di attività d’impresa, arte o professione” presso negozi fisici – non valgono gli acquisti online. Ricordiamo che dal 2016 per gli esercenti vige l’obbligo di accettare i pagamenti con carta, tranne per i casi di impossibilità tecnica.
Il programma cashback ha lo scopo di incentivare i pagamenti cashless, cioè effettuati tramite carta di credito, carta di debito-bancomat, carta prepagata o carta/app connessa a circuiti di pagamento privati e a spendibilità limitata.
Per aderire al programma, bisogna scaricare l’app IO (disponibile sia per iOS che per Android), registrarsi utilizzando il proprio SPID o la propria carta d’identità elettronica, e infine associare uno o più strumenti di pagamento – quelli che verranno utilizzati per effettuare gli acquisti.
La data di avvio del programma era prevista per il 1° dicembre, ma è stata rinviata presumibilmente all’8 dicembre 2020. La data precisa verrà comunicata dal Ministero dell’economia e delle finanze nei prossimi giorni. Si tratta di un periodo sperimentale, che vale fino al 31 dicembre 2020. Durante questo periodo, si ha diritto al rimborso qualora venga effettuato un minimo di 10 transazioni. Il rimborso è pari al 10% dell’importo di ogni singola transazione, fino ad un valore massimo di € 150. Le transazioni di importo superiore a 150 euro concorrono per un importo di 150 euro. Il rimborso è concesso su un valore massimo di 1.500 euro.
Al termine del periodo sperimentale, il periodo per effettuare gli acquisti diventa di sei mesi:
• 1° gennaio 2021 – 30 giugno 2021;
• 1° luglio 2021 – 31 dicembre 2021;
• 1° gennaio 2022 – 30 giugno 2022.
Durante ogni semestre, devono essere effettuate minimo 50 transazioni. Anche in questo caso, il rimborso è pari al 10% dell’importo della singola transazione, fino ad un massimo di € 150 per singola transazione. Le transazioni di importo superiore a 150 euro concorrono per un importo di 150 euro. Il rimborso è concesso su un valore massimo di 1.500 euro in ciascun periodo.
I rimborsi dovrebbero essere poi erogati entro 60 giorni dal termine del relativo periodo.
Ai primi 100 mila aderenti che abbiano totalizzato il numero maggiore di transazioni viene attribuito un rimborso speciale pari ad € 1.500. Questo rimborso speciale è previsto per ogni periodo in cui il programma è attivo.
Si starebbe approntando un protocollo per garantire ai commercianti l’assenza di commissioni sui micro-pagamenti con le carte fino a 5 euro, per favorire l’uso degli strumenti di pagamento diversi dal contante.
Non possiamo che sostenere l’intenzione dietro ai programmi di cashback e lotteria degli scontrini, e il loro scopo di abbattere l’evasione fiscale , va detto però che con l’incremento dei pagamenti cashless, il consumatore diventa via via sempre più soggetto trasparente e tracciabile, in questo contesto non può passare la logica che si sta diffondendo, ovvero che un pagamento in contanti sia da guardare sempre con “sospetto”. Ricordiamo che un pagamento in contanti, fatto dietro rilascio di idonea documentazione fiscale, di sospetto non ha proprio nulla. Lo scontrino e la fattura sono l’essenziale e sono anche i “migliori amici dei consumatori”, perché pongono le fondamenta per ogni futuro diritto, come quello della garanzia dei beni acquistati. Ancora, la misura introdotta è fruibile solo da chi possegga uno smartphone e quindi si tratta di una misura che rischia di escludere la parte dei consumatori già penalizzata dal “digital divide”.
Fate attenzione comunque che per i pagamenti rilevanti ai fini delle detrazioni fiscali – come ad esempio le erogazioni liberali (donazioni), i pagamenti a medici privati, i pagamenti per lavori edili e altri ancora – è necessario per forza di cose l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, altrimenti si decade dai benefici fiscali.