La pasta 100% italiana piace sempre di più. Ismea: volano i consumi
I consumatori scelgono sempre di più pasta 100% italiana. Il richiamo all’italianità fa aumentare le vendite in un mercato maturo, che negli ultimi anni ha visto una domanda interna in lieve e costante flessione. Al contrario «solo negli ultimi tre anni, segnali di ripresa provengono dalla pasta di semola 100% italiana che registra incrementi piuttosto significativi delle vendite».
Nei primi mesi dell’anno, inoltre, sulla scia di quanto accaduto nell’intero comparto alimentare per l’emergenza coronavirus, le vendite di pasta secca sono aumentate. Dinamica comprensibile, considerato che i consumatori durante il lockdown hanno fatto scorte e, specialmente all’inizio delle misure di contenimento, hanno riempito le dispense con quella che è stata chiamata anche “spesa bunker”. In questo campo è aumentata a doppia cifra la vendita di pasta 100% italiana.
In controtendenza rispetto al calo di acquisti e consumi di pasta, dunque, «volano i consumi di pasta 100% italiana».
A dirlo il report Ismea Tendenze sul frumento duro. L’origine italiana della materia prima piace ai consumatori e rappresenta un fattore di attrazione per la spesa.
In un comparto ormai maturo, il richiamo all’origine nazionale della materia prima ha fornito infatti un forte stimolo all’acquisto da parte delle famiglie – dice Ismea – Nel 2019 la confezioni che esibivano in etichetta la dicitura 100% italiana hanno avuto una crescita a doppia cifra (13% sia a volume che a valore) , ancora più marcata se si prende in esame solo il primo semestre dell’anno (+23% l’incremento delle quantità e + 28,5% quello della spesa).
La pasta 100% italiana oggi vale un quinto dei consumi totali.
Nei primi sei mesi del 2020, con l’emergenza Covid-19 e l’andamento al rialzo di tutto il comparto alimentare, le vendite di pasta di semola secca sono aumentate rispetto all’analogo periodo del 2019: +7,9% in volume, +13,5% in valore, +7,1% il prezzo medio unitario. A trainare è anche la pasta 100% italiana.
Uno stimolo molto consistente al consumo di pasta di semola secca – si legge nel report Ismea – sta pervenendo dalla pasta 100% italiana, il consumatore italiano infatti negli ultimi anni sta mostrando un crescente interesse nei confronti di questo prodotto così come l’industria a nazionale sta utilizzando sempre più l’etichetta d’origine per il riposizionamento del proprio prodotto. A fronte di consumi di pasta di semola maturi, infatti, la pasta di semola 100% italiana ha messo a segno, nel 2019, un incremento annuo di circa il 13% in volume e in valore; crescita ancor più consistente nel primo semestre dell’anno, sia in volume (23,1%) e ancor più in valore (+28,5%).
Aumenta anche la quota di mercato, il peso detenuto dalla pasta 100% italiana sui consumi totali di pasta di semola secca è costantemente aumentato: da una quota del 14% in volume e del 17% in valore nel 2018, ha superato il 20% in volume e valore nei primi sei mesi dell’anno».